Regia di Doug Liman vedi scheda film
. L'avventura di Cruise, la guerra di Reagan .
È chiaro che non è obbligatorio interessarsi agli oggettivi fatti reali che pure fanno da continuo sfondo alle vicende romanzate e drammatizzate da un film. Non è obbligatorio ma nemmeno è proibito!
Barry Seal è un film d'azione senza troppe pretese qualitative che può soddisfare chi apprezza un rapido alternarsi di situazioni con la debita dose di tutti gli elementi d'obbligo: avventura e sorpresa, armi e denaro, grandi rischi e salvataggi estremi, doppi giochi, dubbie amicizie e un poco di amore.
Il protagonista, interpretato da un Tom Cruise che raramente rinuncia alla sua inossidabile e sorridente sicurezza di sé, è un pilota straordinariamente abile. Viene via via assunto da diversi organismi americani non sempre ufficiali e non sempre legali, per i quali fa di tutto. In diversi Paesi dell'America Centrale e Meridionale scatta foto dall'alto di installazioni militari, paga generali e capetti locali, ritira segnalazioni di presenze e di attività comuniste, importa negli Usa droga in cambio della quale fornisce armi, importa anche uomini che una volta addestrati vengono rimandati nei loro Paesi per rovesciare regimi non graditi agli Usa. E, naturalmente, accumula tanto denaro da non sapere più che farsene. Tutto questo, ovviamente, in un continuo susseguirsi di colpi di scena.
Rumoristica - più che musica - adeguata al tema, colori vividi, comprimari schiacciati dall'invadenza cruisiana e finalino apprezzabile.
Nel 1979, in Nicaragua, la ferocia del governo Somoza (arresti, torture, migliaia di oppositori uccisi) arrivò a tal punto da indurre il presidente democratico Jimmy Carter a ridurre il suo appoggio, così che mentre Somoza riparava negli USA nel paese si insediava la Giunta Provvisoria decisamente antiamericana del rivoluzionario Daniel Ortega.
Arrivato alla Casa Bianca, il repubblicano Ronald Reagan decise di abbattere con ogni mezzo il governo nicaraguense, che pur era stato riconfermato dalle libere elezioni del 1984. Ma far minare i porti nicaraguensi, far esplodere depositi petroliferi, organizzare e sostenere gli ex-somozisti e altre operazioni illegali, condannate dalla comunità internazionale, non bastarono ad abbattere il suo personale nemico.
Quando il Congresso respinse la massiccia richiesta di fondi per armare i controrivoluzionari, Reagan si procurò i fondi sottobanco autorizzando complicati traffici illegali di droga-denaro-armi che gli permisero di armare adeguatamente i nemici del Nicaragua al prezzo di una impressionante moltiplicazione negli Usa dello spaccio e del consumo di droga e dei reati e delle morti, soprattutto presso i neri delle regioni e dei quartieri più poveri.
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