Regia di Amy Berg vedi scheda film
Un documentario che si presenta con un sottotitolo come "IL SEGRETO CHE HOLLYWOOD NON VUOLE CHE SAPPIATE" o è una grande cazzata paranoico/cospirazionista o è probabile che abbia intercettato qualcosa di importante. Dopo averlo visto e aver approfondito l'argomento per qualche giorno propendo decisamente per la serietà della denuncia: Hollywood sembra avere un grossissimo, recidivo e persistente problema di Pedofilia. E non riguarda solo le feste e le molto discutibili frequentazioni di Bryan Singer (regista de I SOLITI SOSPETTI e X-MEN).
"Quello che vedete nel film è letteralmente solo la punta dell'iceberg. Per ogni vittima presente nel film ce ne sono altre 5 o 10 con episodi accertati che non hanno voluto mostrarsi." ~ Gabe Hoffman (produttore esecutivo di AN OPEN SECRET)
Todd Bridges
Cominciamo col dire che l'industria del cinema nel suo complesso si è impegnata parecchio per dare sostanza a quel sottotitolo. L'ostruzionismo ricevuto da AN OPEN SECRET è qualcosa già di per sé eloquente: innanzitutto il documentario di Amy Berg è stato snobbato dalle maggiori società di distribuzione americane ed è uscito nel 2015 stagliuzzato (ma ugualmente vietato ai minori di 13 anni) in sole 20 città, grazie curiosamente all'interessamento di un'oscura compagnia di distribuzione dello Utah specializzata in film "controversi" vicini alla destra conservatrice. I Festival di Londra, Los Angeles e Toronto, dove il film avrebbe dovuto debuttare, dopo averlo inizialmente accettato si sono misteriosamente tirati indietro (fortunatamente almeno New York e Cannes hanno tenuto la schiena dritta). E ovviamente il film ha avuto problemi di distribuzione anche fuori dagli Stati Uniti...qualcuno per caso l'ha visto passare sui nostri schermi d'Italia? Il paradosso è che Amy Berg veniva dal largo consenso e da una nomination all'Oscar per DELIVER US FROM EVIL, documentario sulla pedofilia all'interno della Chiesa. Quando però l'obiettivo della regista si è rivolto all'ambiente in cui vive e lavora, ecco che all'improvviso si chiudono le porte e cala il silenzio.
Aldilà del coinvolgimento emotivo che generano le vicende delle vittime, molte delle quali hanno pagato e pagano ancora dopo decenni un prezzo molto alto con incessanti problemi emotivi che di frequente sfociano nell'abuso di droghe e alcol, quello che maggiormente disturba è che l'industria del cinema non solo non fa niente per riconoscere e limitare il problema, ma addirittura spesso riaccoglie a braccia aperte i pedofili condannati senza troppo preoccuparsi che tornino a lavorare in posti strategici a contatto con dei minori. Il film ne offre diversi esempi. C'è Brian Peck, manager, attore, "sex offender" registrato, amicone di Bryan Singer (compare anche in due X-MEN e nel commento del primo) che dopo la condanna torna a lavorare come attore per "Nickelodeon" in mezzo a bambini e ragazzini. C'è Bob Villard, fotografo e agente di attori-bambini che ha avuto tra i suoi clienti anche Leonardo Di Caprio e Tobey Maguire (non è dato sapere se i due ne sono passati indenni) che vendeva foto di bambini seminudi in rete e dopo una condanna è tornato placidamente a fare fotografie a minori. E c'è Marty Weiss, influente manager di bambini, reo confesso per due accuse di molestie ai danni del minore Evan Henzi per cui farà sei (6!) mesi di galera prima di tornare a fare il manager. E poi c'è Michael Harrah, ex manager, ex attore bambino molestato, fondatore e membro del Comitato dei Giovani Performers dello Screen Actors Guild, vale a dire della parte del Sindacato degli Attori che si occupa dei minori. È "merito" suo se il sindacato si è rifiutato di segnalare in un qualsiasi modo ai propri membri che alcuni sex offenders erano tornati "al lavoro", come aveva chiesto a titolo precauzionale un'associazione a tutela degli attori-bambini.
Bryan Singer e Mike Egan
Difficile capire quanto sia estesa questa rete, ma l'omertà dell'ambiente e la capacità di difendere prerogative e ruoli chiave di queste figure potrebbero significare che la ramificazione è profonda e arriva ai piani alti. Mike Egan, il ragazzo che ha accusato di stupro Bryan Singer, inizialmente aveva fatto il nome anche di tre grossi produttori, ma poi ha dovuto far cadere le accuse per mancanza di prove. Per la verità al momento Egan non se la passa molto bene. Il processo ai danni di Singer non è chiuso, ma si è interrotto quando Egan è stato mollato dal suo avvocato (che sembra preferisse accordarsi con la difesa contro il volere del suo cliente...) e poi è stato incarcerato per due anni per problemi finaziari non legati all'affare Singer. (ritorsioni?...) In ogni modo, aldilà dei casi singoli, il quadro generale è piuttosto inquietante e a parte le vittime di ieri e di oggi non mi pare che nel "gotha" degli strapagati e straviziati si siano mossi in tanti per dar voce a questa causa, per boicottare l'ennesimo noiosissimo X-MEN o anche solo per chiedere di fare un po' di pulizia.
Se volete farvi un'idea, il film è disponibile in inglese (nella versione non censurata) su YouTube: https://youtu.be/4eeGX4SlF1s
(Nei primi anni a Hollywood sia Feldman che Haim subirono abusi sessuali. Haim è deceduto qualche hanno fa per problemi di salute legati a decenni persi tra droghe e alcol. Corey Feldman ha più volte criticato a gran voce questo lato oscuro dello show business: "Il problema numero uno di Hollywood è, è sempre stato e sempre sarà la pedofilia" )
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta