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Un padre, una figlia

Regia di Cristian Mungiu vedi scheda film

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La recensione su Un padre, una figlia

di alan smithee
8 stelle

Uno stimato medico cerca di procurare alla figli, vittima di un'aggressione nei giorni che precedono la maturità, le risposte per la prova d'esame, alleviandola da una ulteriore emozione. Ne esce fuori il ritratto tutto ombre di una società dell'inganno e della sopraffazione, su tutti i fronti. Gran film, potente regia

FESTIVAL DI CANNES 2016 - CONCORSO - PREMIO PER LA MIGLIOR REGIA

Torna al Festival di Cannes, ed al concorso, com'è naturale, il gran regista già Palma d'oro anni fa con l'indimenticabile "4 mesi, 3 settimane, 2 giorni".

Stavolta Cristina Mungiu ci parla di corruzione, di raccomandazioni, di famiglie rovinate dal disamore e dalla superficialità, sullo sfondo di una nazione corrotta e allo sbando, vittima di soprusi e di intrallazzi che volgono sempre a vantaggio di chi è più furbo ed ha accettato di stare al gioco, sporcandosi le mani.

Uno stimato medico decide di intervenire quando, poco prima dell'esame di maturità, la figlia rimane vittima di una aggressione con tentativo di stupro. L'intenzione del padre è quella di alleviare la difficoltà dell'esame che la giovane, ferita nel fisico e nel morale, dovrà affrontare nonostante l'increscioso incidente. Il genitore cerca pertanto di procurarsi le risposte dei quiz della prova.

 

 

ma a sorpresa la figlia si rifiuta di prender parte al complotto, mentre i dettagli di una vita coniugale ormai alla deriva da parte del medico, nonchè anche una scoperta o anche solo una supposizione inquietante sul comportamento del fidanzato della ragazza, mettono ombre oscure su una famiglia, una comunità, un paese che vivono di sotterfugi, raccomandazioni, meschini tentativi truffaldini per poter emergere l'uno ai danni dell'altro.

 

 

Mungiu si circonda di una scrittura esemplare e lucida, forse sin troppo concitata e densa di situazioni, in un crescendo di vicissitudini familiari che rispecchiano un malsistema in grado di affossare un intero paese. La sua regia , implacabile e lucida, perfetta, segue da vicino, ma anche in modo distaccato, le vicende oscure di una umaninità chha necessità di emergere, anche a prezzo di recar danno ad altri.

In generale possiamo constatare che, insieme a Dogs (al Certain Regard) e a Sierranevada (in Concorso pure lui), si tratta di un gran momento per il cinema romeno, o dell'Est europeo più in generale, non solo a Cannes, che ha beneficiato di questo fortunato terzetto di opere mirabili.

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