Regia di Jack Gold vedi scheda film
Al centro di questa misconosciuta pellicola vi è un personaggio che porta alla mente Iron Man, L'Uomo di Latta, Klaatu, un Yul Brinner tirato a lucido, o anche un ibrido di tutti questi. Fate voi. Non senza suscitare una certa ilarità, bisogna ammettere. Semplice (anche troppo forse, il budget però è quel che è, e si vede), ma non semplicistico, il film riesce comunque a tenere in bilico l'identità del soggetto di cui sopra, nonché le sue motivazioni, fino quasi alla fine, riuscendo in larga misura a coinvolgere lo spettatore, anche se il ritmo è tutt'altro che forsennato. Nel suo insieme esemplica uno scenario militar-politico in cui regna il sospetto e la diffidenza estremi, dove sono i grandi giochi, le grandi manovre, il bene supremo a farla da padrone, mentre l'individualità è messa in secondo piano, se non mortificata, e l'individuo stesso è solo una pedina, o peggio una cavia, situazione da cui si può fuggire (forse...) solo con l'isolamente autoforzato e il rifiuto ideologico.
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