Regia di Peter Collinson vedi scheda film
Thriller britannico dalla solida struttura "razionale", diretto con stile elegante da Peter Collinson e interpretato da un valido cast. Memorabili Susan George nei panni della babysitter e Ian Bannen in quelli dello "psicopatico". Unico ruolo per Tara Collinson, il bambino affidato alle cure della babysitter in realtà vero figlio del regista.
Intenzionata ad uscire assieme al nuovo compagno Jim (George Cole) per celebrare un'insolita ricorrenza - il divorzio dall'ex marito Brian (Ian Bannen), ora rinchiuso in una clinica psichiatrica - Helen Lloyd (Honor Blackman) affida il piccolo figlio di tre anni (Tara Collinson, figlio del regista) alle cure di una nuova babysitter, Amanda (Susan George). Durante la serata Amanda riceve la visita del suo fidanzato Chris (Dennis Waterman), finendo per cacciarlo malamente visti i suoi insistenti approcci sessuali. Purtroppo Chris non riuscirà ad allontanarsi dalla casa dei Lloyd, venendo brutalmente aggredito nei dintorni dell'abitazione. Nel frattempo Helen, ossessionata dalla traumatica esperienza vissuta con il suo ex marito (il quale ha tentato di uccidere sia lei che il figlio), mette in allarme il dottor Cordell (John Gregson), lo psichiatra che ha in cura Brian. Si scopre che quest'ultimo è fuggito dalla clinica in cui era stato internato: a farne le spese sarà proprio Amanda, costretta a confrontarsi con la follia omicida di un uomo impazzito, di ritorno a casa alla ricerca della ex moglie...
L'allucinante notte di una babysitter: Susan George e Tara Collinson (figlio del regista all'epoca di soli tre anni d'età)
Una sceneggiatura lineare, opera di Tudor Gates, ci guida lungo quella che la titolazione italiana, con pertinenza, ha definito come "allucinante notte di una babysitter". La prevedibilità del racconto, dovuta a una trama scontata, priva di twist o inattesi colpi di scena, finisce per essere anche il miglior pregio di questo tesissimo lungometraggio britannico che, tra i suoi meriti, presenta un cast artistico efficacemente in parte. Risaltano in particolare Susan George, già protagonista di un ruolo per certi versi simile ne Il ragazzo ha visto l'assassino e deve morire (John Hough, 1970) e presenza sensuale nel meno riuscito, pur se da molti apprezzato, Marianna, fuga dalla morte (Pete Walker, 1971) e soprattutto Ian Bannen, attore versatile e dalla lunga carriera che verrà glorificata con prestigiose partecipazioni in La cruna dell'ago (Richard Marquand, 1981) e nel premiato Gorky Park (Michael Apted, 1983). Bannen dà vita a un personaggio dissociato, allucinato e pericolosamente violento, capace di passare dalla quiete (mentre pronuncia frasi sconnesse, circoscritte alla sua ossessione per la ex moglie) alla tempesta (con imprevedibili scatti d'ira), finendo per essere vero e proprio mattatore della lunghissima sequenza finale mentre, assediato tra le pareti domestiche dalla polizia, minaccia i suoi ostaggi, ovvero il figlioletto e la babysitter. Privo di sequenze esplicite (se si esclude l'aggressione ai danni di Chris, colpito in faccia con poderosi cazzotti), il film procede con tensione in crescendo, ben sorretto dall'indovinato gruppo d'interpreti e dalla elegante e vivace regia di Peter Collinson (1936 - 1980), sfortunato cineasta (morto in giovane età) che ha saputo trattare il thriller con buoni risultati lavorando nel genere, oltre in questa circostanza, anche nel di poco successivo, curioso e altrettanto intrigante Quattro farfalle per un assassino (1972). Collinson inserisce un patriottico omaggio al cinema fantastico quando Amanda, sola in casa dei Lloyd, assiste in televisione a un film dell'orrore: si nota sul piccolo schermo un cimitero, la terra di una tomba che si muove mentre una mano emergere dalla stessa; quindi in una seguente sequenza un personaggio circondato da morti viventi. Le scene sono tratte da La lunga notte dell'orrore (The Plague of the Zombies, 1965), un pionieristico horror non solo per il tema "revenant" ma soprattutto per via del forte sottotesto politico, in anticipo di una manciata d'anni sul più celebre capolavoro diretto da George A. Romero (La notte dei morti viventi, 1968). Non è da escludere che Fright possa avere suggestionato positivamente persino John Carpenter, potendo rinvenire diversi elementi (la babysitter in pericolo, il fidanzato invadente, lo psicopatico in fuga dal manicomio con lo psichiatra alle costole, l'home invasion, il crescente clima di tensione) in comune con il cult-movie Halloween (1978).
L'allucinante notte di una babysitter: Susan George
Visto censura [1]
(La commissione) "rileva che il film - come è fatto nello stesso titolo - si muove tutto su un filo allucinante, con sequenze particolarmente impressionanti nella rappresentazione di atti di violenza verso uomini (ferimento di Chris ad opera del pazzo Bryan e tutta la scena in cui quest'utlimo tiene prigionieri nella stanza Amanda e il piccolo con gesti e comportamento veramente paurosi). Per questi motivi la Commissione esprime parere favorevole per la proiezione in pubblico con il divieto per i minori degli anni 18."
Con tale giudizio in data 18 novembre 1971, il film di Collinson - presentato in prima istanza con il titolo di Violenza a una baby sitter, quindi come Allucinante notte di una baby sitter - ottiene un primo v.c. (n. 59291). Tuttavia, su richiesta del distributore, in appello (22 gennaio 1972, v.c. n. 59292) tale divieto viene ridotto ai minori di anni 14.
In entrambi i casi il metraggio accertato di pellicola è pari a 2483 (91' ca a 24 fps).
Sinossi estratta dal verbale allegato ai due nulla osta
Attenzione: SPOILER
"Amanda, giovane ragazza, va a fare da baby-sitter per il piccolo Tara mentre la madre Helen (che ha ottenuto il divorzio dal mario Brian rinchiuso in manicomio) e Jim Lloyd (che ella intende sposare) sono fuori in un locale assieme ad un amico, il dr. Cardell. Comincia per Amanda una notte di terrore quanto trova Chris suo fidanzato che era venuto a trovarla in casa Lloyd, morente sull'uscio. Nel trambusto che ne segue, Brian fuggito dal manicomio, si intrufola in casa e tiene prigionieri sia Amanda che Tara al fine di ottenere che la moglie torni con lui. Helen, per salvare il bambino, acconsente alla richiesta di Brian che, calmatosi, esce con lei di casa, ma Amanda, sconvolta dalla nottata trascorsa e dalla morte del fidanzato, spara e uccide Brian."
NOTA
[1] Dal sito "Italia Taglia"
L'allucinante notte di una babysitter: Ian Bannen e Susan George
"(...) È cosa nota che gli psicopatici sessuali depersonalizzano le loro vittime paragonandole a oggetti o bambole, cose e non persone per così dire, che spesso è la spiegazione fornita per la loro capacità di infliggere una brutalità tanto inimmaginabile sugli essere umani, cioè non li vedono affatto come esseri umani ma semplicemente come oggetti per i loro bisogni e propositi psicopatici."
(David Foster Wallace)
Trailer
F.P. 09/06/2024 - Versione visionata in lingua italiana, DVD Sinister (durata: 83'43")
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