La giovane Amanda si reca in casa della signora Helen Lloyd, una villa isolata e silenziosa, per accudirle il figlio. Helen intende infatti uscire a festeggiare il divorzio ottenuto dal marito Brian, un paranoico con tendenze omicide che, per aver tentato più volte di ucciderla, è stato persino rinchiuso in manicomio. Però un presentimento impedisce alla donna di essere lieta come vorrebbe. Anche Amanda, sola nella lugubre casa, è tutt'altro che tranquilla...
Ad un inizio telefonato per via dell'abuso delle urla di Susan George (dall'appeal comunque adatto all'atmofera psico-thriller) seguono le invettive esasperanti di un lunatico Ian Bannen, il quale salva un film che rischiava di risultare troppo lineare.
Thriller britannico dalla solida struttura "razionale", diretto con stile elegante da Peter Collinson e interpretato da un valido cast. Memorabili Susan George nei panni della babysitter e Ian Bannen in quelli dello "psicopatico". Unico ruolo per Tara Collinson, il bambino affidato alle cure della babysitter in realtà vero figlio del regista.
Intenzionata ad uscire assieme al nuovo compagno Jim (George Cole) per celebrare un'insolita ricorrenza - il divorzio dall'ex marito Brian (Ian Bannen), ora rinchiuso in una clinica psichiatrica - Helen Lloyd (Honor Blackman) affida il piccolo figlio di tre anni (Tara Collinson, figlio del regista) alle cure di una nuova babysitter, Amanda (Susan George). Durante la serata… leggi tutto
Per una volta il titolo italiano ci prende in pieno. Un vero gioiellino di regia, montaggio, fotografia e recitazione. Potrebbe anche aver fatto scuola, ma se è così nessuno gli ha mai attribuito alcun merito, dato che non ho mai sentito nessun regista europeo o americano citarlo come fonte d'ispirazione.
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Intenzionata ad uscire assieme al nuovo compagno Jim (George Cole) per celebrare un'insolita ricorrenza - il divorzio dall'ex marito Brian (Ian Bannen), ora rinchiuso in una clinica psichiatrica - Helen Lloyd (Honor Blackman) affida il piccolo figlio di tre anni (Tara Collinson, figlio del regista) alle cure di una nuova babysitter, Amanda (Susan George). Durante la serata…
Per una volta il titolo italiano ci prende in pieno. Un vero gioiellino di regia, montaggio, fotografia e recitazione. Potrebbe anche aver fatto scuola, ma se è così nessuno gli ha mai attribuito alcun merito, dato che non ho mai sentito nessun regista europeo o americano citarlo come fonte d'ispirazione.
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Ad un inizio telefonato per via dell'abuso delle urla di Susan George (dall'appeal comunque adatto all'atmofera psico-thriller) seguono le invettive esasperanti di un lunatico Ian Bannen, il quale salva un film che rischiava di risultare troppo lineare.
commento di Stefano LThriller britannico dalla solida struttura "razionale", diretto con stile elegante da Peter Collinson e interpretato da un valido cast. Memorabili Susan George nei panni della babysitter e Ian Bannen in quelli dello "psicopatico". Unico ruolo per Tara Collinson, il bambino affidato alle cure della babysitter in realtà vero figlio del regista.
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