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West Side Story

Regia di Robert Wise, Jerome Robbins vedi scheda film

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La recensione su West Side Story

di supadany
7 stelle

Un vero e proprio classico, tributato da una vera e propria valanga di Oscar (ben dieci) che si giova senza dubbio di una confezione elargita in grande stile e quindi a suo modo quasi impeccabile, ma forse non è invecchiato benissimo, un po’ perché oggi vi è una malizia che fa rileggere certe storie in modo diverso, un po’ perché i tanti numeri musicali presenti colpiscono di meno l’attenzione.

New York anni ’50, nei quartieri poveri si fronteggiano le bande dei Jets (i bianchi) e degli Sharks (i portoricani) con una situazione pronta a degenerare.

Ciò avviene quando Tony (Richard Beymer) e Maria (Natalie Wood) s’innamorano, cosa ritenuta inconcepibile visto che appartengono a due etnie diverse.

Non rinunceranno al loro amore, ma questo sarà bagnato dal sangue.

 

 

Rilettura in salsa americana di una tragedia senza tempo qual è “Romeo e Giulietta”, un inno all’integrazione (considerando che la pellicola è datata 1961 questo assume significati degni di nota) e contro l’inutile teppismo (l’odio non porta che altro odio e dolore) a favore dell’amore e quindi anche di quella fratellanza che dovrebbe unire, e non dividere, i più deboli.

Si tratta di un musical, tirato in versione extra long (si sfiorano le due ore e mezza), le coreografie sono brillanti, la trama non manca ovviamente di appassionare, Natalie Wood è di rara bravura ed efficacia, però l’insieme appare davvero obsoleto.

Sensazione probabilmente inevitabile visti i temi ed il genere di appartenza (il musical), soprattutto l’amore virato verso il dramma (ma qui rispetto a “Romeo e Giulietta” si varia qualcosa) assume connotati paternalistici.

Si tratta comunque di un “filmone”, termine valido in tutti i sensi (positivi o negativi che essi siano) che ai tempi poteva incantare e stupire e che oggi lascia sensazioni probabilmente un po’ meno nette, ma ad ogni modo merita assolutamente di essere visionato.

Un classico (forse un po’ superato).

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