Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
Dopo la maturità Marco e Maria vanno negli Usa a trovare un amico, soprannominato Vulcano. I due si sopportano a malapena, lui la chiama 'suora' e la considera una snob destroide, mentre lei non lo considera proprio. La strana coppia alloggia presso due ragazzi gay, amici di Vulcano; i quattro trascorrono alcuni giorni divertenti insieme, Maria fa sesso con Marco e ci prova con i padroni di casa. Poi finalmente i due italiani si riuniscono con Vulcano; Maria fa sesso immediatamente con lui e Marco ci rimane male, ma ormai è ora di tornare a casa e ricordare quella che rimarrà per sempre la loro estate più bella.
Eccoci di fronte a un'opera di grido, a una pellicola da urlo: vedendo L'estate addosso viene infatti voglia di alzarsi in piedi e imprecare a perdifiato contro lo schermo, sia esso quello della tv, del pc o quello gigante del cinema - certo, quest'ultima possibilità è la più ghiotta e appagante del tris, ma inevitabilmente lo spettatore dotato di quoziente intellettivo superiore a quello di uno scarafaggio comincerà a inveire ad alta voce in qualsiasi situazione il film gli venga somministrato, a prescindere dalla compagnia, dall'orario, dal luogo in cui si trova. Un film irresistibile: non si può resistere alla voglia di maledirsi per essersi (o essere stati) costretti a sorbire una simile prolungata accozzaglia di luoghi comuni e di stereotipi faciloni sull'adolescenza, sulla voglia di libertà, sul viaggio di formazione, sulla gioventù interiore, argomento che Gabriele Muccino continua incessantemente a importunare nei suoi lavori. E dire che l'anno precedente (2015) aveva firmato - sostanzialmente su commissione - il neppure brutto, ma certo melenso e di scarso valore contenutistico - Padri e figlie; il dubbio che Muccino sia un buon regista e al contempo un pessimo autore non può che essere perciò confermato dalla visione di L'estate addosso, da lui stesso scritto insieme a Dale Nall, opera ben più fragile della precedente, a tratti perfino insulsa. Il senso del già visto è parte integrante della visione, inutile però attendersi qualche sviluppo imprevisto o un colpo di coda finale, perchè L'estate addosso non dice nulla che non sia già chiaro fin dal primo fotogramma, non indaga nelle psicologie dei protagonisti, non offre una morale degna di tale nome, si limita soltanto a inneggiare crassamente, per scenette prevedibili e altre banalità, alla gioia di vivere della giovinezza. Interpreti principali: Brando Pacitto, Matilda Lutz, Taylor Frey, Joseph Haro, con particine per Scott Bakula e Guglielmo Poggi; ad ammorbare anche le orecchie del pubblico ci pensa la colonna sonora di Jovanotti. 1/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta