Regia di Byron Howard, Rich Moore, Jared Bush vedi scheda film
Simpatico e interrogativo allo stesso tempo. Gran lavoro di computer grafica, oramai da qualche anno arrivata - soprattutto nella fotografia - a livelli memorabili anche in casa Disney Pictures. Un vero e proprio noir. Un "Blacksad" dai toni più rilassati!
Una rivelazione!
Non solo un'ottima opera d'intrattenimento ma anche un lungometraggio concettualmente molto intelligente, movente di acute riflessioni verso la nostra società contemporanea: Zootropolis.
Il film è una proiezione futuristica di una Terra in cui l'uomo non è mai menzionato; di una civiltà in cui gli animali - antropomorfi - coprono ogni ruolo dell'uomo attuale; di una globalizzazione politica e sociale in cui lo spettatore si immerge, comprendendo che la convivenza tra tutte le etnie presenti sul nostro pianeta potrebbe essere, senza scontri violenti e attriti culturali tra le stesse, una prospettiva attuabile nei prossimi anni. Quella che descrive Zootropolis può essere intesa, quindi, sia come un miraggio, un'utopia [come vuol far intendere il titolo originale del lungometraggio: Zootopia] che come un racconto di formazione per le prossime generazioni, le quali sicuramente cresceranno in un mondo sempre più indistinto, dove usi e costumi di tutti i credo e le provenienze si mescoleranno in grandi, rigogliose e tecnologiche metropoli d'avanguardia [la città dell'opera è ripresa - perlomeno il suo distretto centrale - nelle scenografie e nelle strutture architettoniche da Dubai].
La Disney Pictures firma, dopo anni di mediocrità contenutistica, un prodotto abile ad espandere la mentalità dello spettatore, attraverso una trama che altro non è che un arduo percorso sia di crescita e di riscatto sociale del singolo - ovvero dei personaggi principali - che di integrazione collettiva. In questo caso sono "i predatori" ad essere soggetto di persecuzioni, lievi e pesanti, ma ciò che rende Zootropolis ingegnoso è che, anche quando la storia ripiega sulle incomprensioni tra personaggi, e quindi uno si aspetta il caos generale, tale caos non si realizza.
Il film fa capire che oramai i cittadini hanno una propria indipendenza rispetto le strumentalizzazioni delle realtà informative; una consapevolezza quale "io so che faccio parte di un meccanismo fragile, quindi il suo funzionamento dipende anche da me, dalle mie scelte e dalle azioni che compio. Penso a me stesso come agli altri; sto bene per i fatti miei come in gruppo; proseguo nella mia vita portando armonia, senza che qualcuno sia lasciato indietro e che, di conseguenza, inceppi il meccanismo di cui faccio parte". L'opportunismo che si fonde col socialismo... senza però che l'utilitarismo si metta nel mezzo... sinceramente, la trovo una gran cosa!
Questo è un lungometraggio le cui perle si trovano nei dettagli, sia grafici che di sceneggiatura, poiché comunque la trama non è certamente tra le più originali che esistano. Dal canto suo però non si presenta mai banale ed è sviluppata da buoni personaggi, sia primari che di contorno, e avanza qualche colpo di scena interessante.
Ps: valutando in base 5, quindi senza attribuire mezze stelle, considero Zootropolis ottimo e con difetti che non ne screditano la riuscita complessiva (3 stelle) e non un capo d'opera, ovvero un film da quattro stelle piene. Specifico tale metodo di valutazione per evitare di creare confusione tra recensione scritta e voto assegnato.
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