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Zootropolis

Regia di Byron Howard, Rich Moore, Jared Bush vedi scheda film

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La recensione su Zootropolis

di AlbertoBellini
8 stelle

Le menti che abitano il castello più famoso del globo ci (ri)accompagnano nel mondo animale, narrando un racconto puramente poliziesco, ma sostenuto da una forte base di crescita, maturazione e diversità.

 

C'era una volta, 55 lungometraggi fa, un uomo il cui nome era Walt Disney. Egli fondò la propria casa di produzione, diventando (che piaccia o no) il padre eterno dell'animazione. 'Fantasia', 'Dumbo', 'Alice nel Paese delle Meraviglie' e 'Biancaneve e i Sette Nani' sono solo alcuni, una quantità striminzita di opere che hanno contribuito nel forgiare un universo di sogni, l'immaginazione che diveniva realtà. Certo, le cadute non sono mancate: in primo piano, 'Maleficent' che, sopratutto per il suo elevato ma inutile budget, reputo una delle creazioni più disastrose partorite dall'uomo. Ma ormai è acqua passata.

 

 

Con un piccolo grande aiuto da parte di papà Pixar, John Lasseter, 'Zootropolis' (in lingua originale 'Zootopia') è un magnifico ritorno per la Disney, reduce del già ottimo 'Big Hero 6'. L'evoluzione ha preso il sopravvento nella mente degli animali, che hanno abbandonato totalmente, o quasi, gli istinti da cacciatori (e prede), dando vita ad una metropoli divisa in quartieri, realizzati come veri e propri habitat per ogni specie e razza. La nostra protagonista è Judy Hopps (Ginnifer Goodwin), tenera ma astuta coniglietta con l'obbiettivo di diventare poliziotta. Ben presto, Judy dovrà scontrarsi con una società molto severa, lontana da quella che ha sempre immaginato. Farà la conoscenza di caratteri ambigui, tra questi, Nick Wilde (Jason Bateman), una volpe truffaldina.

 

Sin dal primo secondo, lo spettatore rimarrà pietrificato e divertito. Troveremo tante cose all'interno di Zootropolis, dai rimandi a 'Il Padrino' e alla serie TV 'Breaking Bad', a particolari visivi tanto minuscoli quanto geniali, per citarne qualcuno, la pop-star Gazelle (doppiata da Shakira) e l'i-Phone, con il logo di una carota. Come con il recente 'Inside Out', è commovente notare l'infinita cura e amore che gli animatori hanno riposto nelle proprie creature. Temi adulti quali crescita, formazione, maturazione, diversità (etnica e non solo) e responsabilità vengono affrontati in contemporanea di gag spassose e (talvolta) infantili, appassionando così grandi e piccini. Sono molte le sequenze nelle quali si respira un'aria di razzismo e politica, situazioni perfettamente inserite nello scenario, con l'intento di suscitare punti di riflessione non sottovalutabili, specie se pensiamo alla natura dell'opera animata in questione, per lo più, destinata ad un pubblico più piccolo.

Buono il cast del doppiaggio italiano, nonostante siano presenti diversi nomi cinematograficamente discutibili, composto da Ilaria Latini (Judy), Alessandro Quarta (Nick), Maria Letizia Scifoni (Bellwether), Alessandra Korompay (Signora Otterton), Massimo Lopez (Sindaco Leodore Lionheart), Paolo Ruffini (Yax), Diego Abatantuono (Finnick), Nicola Savino (Flash), Teresa Mannino (Fru Fru) e Leo Gullotta (Mr. Big).

 

Ognuno può essere ciò che vuole a 'Zootropolis', un luogo ove la convivenza, seppur ricercata continuamente, non sarà mai del tutto possibile. Byron Howard e Rich Moore firmano un prodotto più che riuscito, visivamente, una meraviglia. Non dobbiamo cedere alla paura, ce lo dicono i nostri piccoli amici antropomorfi.

 

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