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Karbid und Sauerampfer

Regia di Frank Beyer vedi scheda film

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La recensione su Karbid und Sauerampfer

di Baliverna
8 stelle

[Carburo e rumice acetosa] Interessante questa quasi-commedia, piena di piccole avventure, di situazioni e di personaggi originali. Lo scenario è quello dell'immediato dopoguerra, con il disordine e la distruzione che ne conseguono. Il regista, tuttavia, non calca troppo la mano su tutto ciò e cerca di dare all'insieme una dimensione positiva. La vicenda, infatti, per certi versi decisamente drammatica, è raccontata con un tono vagamente ironico e leggermente umoristico; non si fanno risate grasse insomma, ma ci sono diverse situazioni che ci fanno spuntare sulle labbra un sorriso divertito. L'ironia e l'umorismo leggero sono strumenti delicati e di precisione, che pochi sanno usare senza che gli si rompano tra le mani. Spesso, purtroppo, si preferisce la farsa grossolana e facile. Frank Beyer, invece, sa girare un film che, pur parlando di realtà drammatiche, è reso piacevole dal tono un po' giocoso con cui è stato girato, nonostante i tedeschi non siano certo famosi per il loro senso dell'umorismo. Tanto di cappello, insomma.
Quanto al discorso politico, c'è appena qualche pelucchio qua e là, ma poca è cosa per un paese come la Germania Est. Vediamo ad esempio il soldato americano sdentato e volgare, e il soldato sovietico simpatico e bellimbusto. Sembra solo un contentino alla censura, anche perché lo stesso Beyer avrebbe sofferto per il suo "Spur der Steine [La traccia delle pietre]" (1966), che sparì negli archivi della DEFA fino al 1989. Del resto entrambi i film trattano in modo diverso lo stesso tema, cioè l'approvigionamento di materiali alle fabbriche, argomento che doveva essere un vero cruccio per molte realtà produttive dell'Europa dell'Est (visto il numero di film che ci hanno giarato sopra...). In "Spur der Steine" i materiali arrivano al cantiere sbagliati e in ritardo; nel presente film, invece, un operaio deve passarne di tutti i colori per riuscire a portare le forniture alla fabbrica. Forse l'ambientare l'azione nel 1945 era un modo per parlare del presente solo ai buoni intenditori, e per poter sempre negare all'occorrenza.
In ogni caso questo è un film che ha tutta la sua dignità, e fa passare una piacevole serata. Sarebbe giusto che si infiltrasse anche in Italia in qualche modo.

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