Regia di Roberto Mauri vedi scheda film
Dopo ...E lo chiamarono Spirito Santo e Spirito Santo e le cinque magnifiche canaglie, Mauri gira il terzo capitolo in due anni di una (immaginaria) saga con personaggi, situazioni e molti degli interpreti sempre differenti, tre film sostanzialmente accomunati quasi soltanto dal nome del protagonista nel titolo. Questo è l'episodio della trilogia (fasulla, appunto) meno tendente alla comicità, ma come gli altri si tratta di un lavoro piuttosto tirato via e scritto, diretto e recitato con una fretta evidente; Spirito Santo è per lo meno sempre Vassili Karis, che comunque di per sè non è una garanzia nè di qualità recitativa eccellente, nè di richiamo per il pubblico. Altri nomi nel cast: Ken Wood (cioè Giovanni Cianfriglia), Craig Hill, Remo Capitani, Salvatore Billa e l'immancabile Josè Torres; come si può notare, nulla di trascendentale. Sceneggiatura firmata dallo stesso regista, con rari momenti interessanti e il solito cumulo di stereotipi da spaghetti western assortito alla bell'e meglio. Neppure le musiche di Carlo Savina lasciano più di tanto il segno in questa produzione di serie B/C che va a intasare ulteriormente un filone ormai esausto da alcuni anni. 2/10.
Da un carico d'oro spariscono alcuni lingotti. La faccenda si ripete e un tenente incaricato della sorveglianza del prezioso carico decide di scovare i malviventi; li troverà molto vicini a sè.
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