Regia di Dan Mazer vedi scheda film
Un folle De Niro, smorzato dal più pacato Efron, in una commedia inscenata da Dan Mazer. Negli annali del cinema di commedia rimarranno proprio i personaggi e qualche azzeccato dialogo (scurrilità comprese e non disdegnate). Con buona pace della critica, un film dignitoso e soprattutto divertente.
Il promesso sposo Jason Kelly, alla vigilia delle nozze deve incassare un brutto colpo: la morte di sua nonna. Ma non sarà per certi versi la cosa più sconvolgente, dato che il suo arzillo nonnino, voglioso di riprendersi quanto perso negli ultimi anni di astinenza e pacatezza, lo costringerà ad un viaggio in cui i due si (ri)scopriranno, dopo anni di lontananza.
“Dirty granpa”, letteralmente “Nonno sporcaccione”, viene tradotto in italiano in “Nonno scatenato”, mutuando un aggettivo che fa tornare alla mente uno dei più grandi successi (con annesso Oscar) del protagonista Robert De Niro. Se da un lato è un flebile tentativo di ricordare agli spettatori lo straordinario valore dell’attore, invitando a portarsi numerosi al botteghino, dall’altro, e questo appare controproducente, carica di aspettative un film in realtà molto semplice e sostanzialmente senza pretese, cosa che risulta comprensibile fin dal trailer (uno dei pochi a mia memoria costretto a numerosi bip nei dialoghi – censure sulle quali torneremo). E la critica non tarda letteralmente a demolire la pellicola. Come se ci si attendesse da Zac Efron, dall’ultimo De Niro e soprattutto dal regista Dan Mazer (uno di quelli che c’è dietro al successo di Sacha Baron Cohen) un film differente dal demenzial-farsesco (fin dalla locandina che scimmiotta "Il laureato").
Come spesso accade, le preview e tutti i rumors che precedono le uscite di determinati film non si comportano diversamente da un unidirezionale gregge di pecore, per cui “Nonno scatenato” è scurrile, inguardabile, materiale sprecato, il canto del cigno di De Niro… E invece, pur non essendo un capolavoro (non che ce lo si attendesse), “Nonno scatenato” è una pellicola divertente, dai dialoghi molto ben curati, tutti sopra le righe, molto spesso da VM14 (nonostante assurdamente il film non abbia ottenuto nessuna restrizione per la visione), con un finale che addirittura rifugge retorica e luoghi comuni.
Se si accetta l’idea di assistere ad una commedia senza grosse pretese se non quelle di intrattenere e distrarre, il film di Mazer non delude, a meno che non ci si soffermi troppo sull’ammucchiata di cliché o sulle caratterizzazioni parossistiche. Certo gli applausi a cui ho assistito da parte della platea (soprattutto da parte dei bambini in sala) risultano ampiamente esagerati, ma rappresentano il perfetto contraltare ad una critica che ancora una volta si è affrettata a bollare un’opera considerandone solo le sue premesse.
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