Cult movie anni '80 che ci ha insegnato qualcosa: the only winning move is not to play.
The only winning move is not to play. Una frase ormai scolpita ma che, nel 1983, non era affatto scontata.
Il film voleva inizialmente essere un prodotto di intrattenimento per adolescenti e, in effetti, di questo si tratta... ma il risultato è andato oltre le intenzioni.
Il supercomputer WOPR ben raccoglie la pesante eredità di HAL 9000 di 2001 Odissea nello spazio e anticipa il vicino arrivo del terrificante Skynet di Terminator.
Il giovane protagonista ben riveste l'archetipo dell"innocente assassino". Snobba la scuola e considera la realtà come un gioco. Noncurante di tutto, arriva a credere che una guerra termonucleare sia un divertimento. Non immagina che anche la tastiera del computer casalingo può fare del male. A ragion veduta egli si pente amaramente del suo operato, noi lo perdoniamo grazie alla sua giovane età e alla fine in maniera assai inverosimile egli riesce a rimediare al proprio errore.
Al tempo dell'oggi il film risveglia la malinconia del come eravamo, ma proprio quel come eravamo è stato modificato per sempre dalla simulazione computerizzata che dimostrava con spettacolare logica che la guerra atomica avrebbe distrutto il pianeta. Non era una conclusione accettata da tutti!
Il perfido WOPR ci mette in guardia dai pericoli insiti nel delegare importanti scelte a una macchina. Ad oggi mi pare che tale lezione spesso non venga presa in esame in quanto - esattamente come descritto nel film - i burocrati ben retribuiti orgogliosamente delegano le proprie responsabilità alla tecnologia al solo fine di cammuffare incompetenza e incapacità e conservare così le immeritate poltrone su cui siedono (situazioni che per anni io ho visto e toccato di persona nella mia realtà quotidiana).
Gli adulti sono meschini, vigliacchi, corrotti, disillusi, rissosi, mediocri, ingombranti, avulsi dalla realtà grazie alla protezione di una caverna o di un'isola deserta. Chiacchiere e distintivo vengono però smascherati dalla fresca geniale bontà del nostro protagonista... vabbè.
Unica nota stonata è la protagonista femminile. Il personaggio - che arriva persino a dare ordini a dei generali - è un artefatto inutile e fuori luogo, ma capisco le esigenze di cassetta.
Bellissimo film che aumenta di spessore col passare degli anni.
Ringrazio gli autori per avere reso noto al grande pubblico che - a volte - non giocare può essere la strategia vincente.
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