Regia di Oliver Stone vedi scheda film
E' quasi un documentario sul frenetico mondo di Wall Street, dove una turba di individui divorati dalla sete di un denaro fine a se stesso, si fanno lo sgambetto l'un l'altro senza un minimo di codice etico, e si sbranano a vicenda. Anzi, chi ha un minimo di codice etico non può stare lì dentro. Il ritmo del film è incalzante e la narrazione serrata. Quello che manca forse è un po' di passione e un po' di sentimento, sicché la pellicola risulta un po' freddina e cerebrale.
Il film è anche un grande atto d'accusa ai retroscena di certe crisi di aziende, seguite da compravendite con dubbie finalità, nel senso che spesso il nuovo proprietario fa deliberatamente fallire l'azienda acquistata. Il licenziamento dei dipendenti, come pure degli stessi operatori di Wall Street, è un dettaglio eticamente insignificante. La borsa è il luogo del denaro inventato, della ricchezza non meritata, e della rovina. Secondo me è un'istituzione di per sé sbagliata.
Il film è dedicato al defunto padre di Stone, e secondo me il rapporto tra il protagonista del film e il genitore adombra quello tra il regista e il suo compianto papà. Le prove degli attori sono buone, compresa quella del non sempre eccelso Michael Douglas (che io ritengo un pallido riflesso del padre). Insomma, è un film interessante per conoscere il mondo di Wall Street, meno per quanto riguarda lo spessore dei personaggi e il coinvolgimento emotivo.
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