Regia di Michael Dudok de Wit vedi scheda film
Primo lungometraggio animato di Michael Dudok De Wit, animatore olandese che si era fatto conoscere con il poetico cortometraggio "Father and daughter", vincitore di un Oscar nel 2001, "La tartaruga rossa" è stato co-prodotto dallo Studio Ghibli con il maestro Isao Takahata come produttore esecutivo. Si tratta di un breve film di circa 80 minuti che racconta una storia di sopravvivenza di un uomo su un'isola, che sarà poi affiancato da una compagna e poi da un figlio, senza fare ricorso al dialogo. E' un film di chiaro impianto metaforico, una poetica riflessione sul significato della vita umana, svolta con un linguaggio semplice, di comprensione immediata nonostante il ricorso a certi momenti sospesi tra realtà e fantasia, come la tartaruga che si trasforma gradualmente in una figura femminile. Un film animato muto è sicuramente una rarità, ma Dudok De Wit riesce a narrare la sua storia senza cadute nella noia, sfruttando al massimo il potenziale del disegno acquarellato e della "ligne claire", con una colonna sonora presente ma mai invadente e un efficace sound design, molto ricco di rumori sapientemente mixati. Nella parte finale il racconto assume una dimensione struggente che favorisce l'emozione, la partecipazione attiva dello spettatore, la riflessione accorata sulla caducità della nostra esistenza. Credo sia uno dei più bei lungometraggi animati del decennio, meno spettacolare di quelli americani della Pixar, più intimo e profondo, dove la confluenza di talenti europei e giapponesi ha dato per una volta ottimi frutti.
voto 9/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta