Regia di Michael Dudok de Wit vedi scheda film
Quando animazione e senso poetico si fondono in modo magistrale possono nascere piccoli capolavori come questo film del 2016, una coproduzione franco/belga e giapponese (difficile non cogliere i segni di questo Paese e le tante affinità con pellicole di animazione nipponiche precedenti). Poesia e grazia rese ancora più forti dalla totale assenza di dialoghi, non un limite quanto piuttosto la giusta soluzione perchè siano solo le immagini a raccontare la storia. E le immagini raccontano di una parabola, quella della vita di un naufrago, del suo incontro con una misteriosa tartaruga che si trasforma in donna, del loro amore seguito dalla nascita di un figlio e dell'inevitabile arrivo del suo distacco (in una delle scene più belle del film). Impossibile non sentire l'eco di Miyazaky e del suo narrare le fasi della vita, qui però si coglie un'essenzialità del tratto (e della storia stessa) che comunque lasciano numerosi spunti di riflessione ad un pubblico di ogni età. Ignorato dagli Oscar ed in parte dal pubblico per una distribuzione limitata, merita indubbiamente di essere recuperato alla visione.
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