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Suicide Squad

Regia di David Ayer vedi scheda film

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La recensione su Suicide Squad

di M Valdemar
4 stelle

 

locandina

Suicide Squad (2016): locandina

 

 

Peccato.

Un suicidio.
La psicopatica Harley Quinn dell'orgasmica Margot Robbie e le sue chiappe incantatrici meritavano miglior trattamento e sorte.
Non rimane, in definitiva, che l'illusione collettiva - alimentata ed aizzata fin dai primissimi character poster così come dalla potenziale divergenza con la seriosità/oscurità DC, giacché si pensava a una felice sortita nei territori dell'insolenza più spensierata e in ottica pop-lisergica (in pratica: un Guardiani della Galassia insozzato della scorrettezza di Deadpool, degli arcinemici marveliani ...) -, mentre man mano che scorrono i minuti di visione si palesa inesorabile la grassezza e la scompostezza del polpettone di faticosa comprensione, digestione, evacuazione.
Non tutto è da buttare, ovvio: funzionano singoli frammenti, l'iconografia, qualche spunto e sprazzi di spirito anarcoide, il cast (chi più chi meno chi abbaia - vedi Cara "cagna" Delevingne - chi appare e svanisce in un nanosecondo), dominato dalla regina Margot (di cui ancora si dirà: la donzella azzanna a morte).
Ma per quanto accattivante, l'insieme - sfattosi in maniera irreversibile nella seconda deleteria parte - è un'equazione sbagliata e sballata, tremendamente pompata: ci stanno la retorica e l'epica à la Sporca Dozzina, vanno bene la sostanza e l'estetica da giocattolone-fumettone-cartoon, non disturbano nemmeno i raccordi da continuity (batman-flash-questione metaumani-rispetto cronologia), si accettano finanche fasi di stanca e intermezzi improponibili (la scena al bar), però - per tutte le Sympathy for the Devil buttate nel mucchio per pochi istanti! -, la solita deriva/caciara da fine del mondo, con tutto quel che ne comporta e consegue, no, dai! Che pesantezza, che esagerazione, che faciloneria.
E che ridicolaggine, con tutto quell'armamentario fantasy di riporto difficile da reggere.
A tutto ciò si va da aggiungere il fatto che, lungo le due ore e passa di visione, non vi è una-sequenza-una di azione degna di menzione: lo script, che ricalca fedelmente ogni limite dei cinecomic a marchio DC - e che qui, proprio per la natura in teoria differente dell'opera, è fardello inaccettabile - fagocita bellamente film e figaggine della squadra di cattivoni.
Dare al tutto una dimensione più contenuta - sia in termini di mero minutaggio sia nell'entità della narrazione - sarebbe stata cosa buona e giusta oltreché costituire il corretto supporto alla tamarraggine dei personaggi.
In sintesi: Suicide Squad poteva avere una fottuta anima punk invece è una collezione poco originale di hit mainstream. Per chi si accontenta ...
Spesi inoltre male il Joker di Jared Leto (che pure di potenziale ne aveva eccome: ma troppo poco spazio, pare un guest infilato a forza per avere un nome di peso sulla locandina) e le apparizioni di Batman/Ben Affleck (anonime, irrilevanti) - di cui una nella scena post-titoli di coda (sic!) -, non rimane che godersi le uniche note di intrattenimento.
Che le suona, casomai non si fosse capito, con dei siparietti che molti spererebbero sempre più hot, quel gran pezzo di Margot Robbie, vero punto di forza del film, capace di catalizzare tanto le attenzioni e l'ammirazione delle giovani quanto di stuzzicare i più trucidi appettiti pruriginosi dei maschi tutti (fascia di età: dieci-cento).
Azzeccata ogni sua mise (specie se di stoffa ce n'è ben poca), posa, faccia, smorfia, occhiata, battuta, maschera di trucco, azione, inquadratura ...
La prossima volta, costruitele attorno un film decente, su.



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