Regia di Peter Berg vedi scheda film
Un drammatico fatto di cronaca occorso in mare aperto nel Golfo del Messico nel 2010, fornisce l'occasione opportuna per una major di sfornare un disaster movie dal gran cast e dall'aspetto piuttosto dignitoso.
L'incendio della piattaforma petrolifera semovente Deepwater Horizon, accaduto dopo che una serie di test di controllo avevano riscontrato preoccupanti anomalie (almeno secondo gli onesti addetti ai lavori e al loro responsabile coscienzioso Kurt Russell), viene rappresentato in tutta la sua imponente fosca spettacolarità entrando anche molto addentro ai particolari tecnico-pratici che hanno dato luogo alla catastrofe, e alle ragioni biecamente speculative che hanno indotto la proprietà e i suoi referenti a omettere controlli, risparmiare sulle dotazioni, procrastinare interventi di manutenzione, e non soffermarsi su importanti segnali di avvertimento che i test sulla pressione dei giacimenti, avevano in effetti dimostrato.
Undici vittime e molti feriti, operazioni di soccorso compiute da un eroico capo tecnico elettronico, di fatto un eroe sul campo per aver portato in salvo diversi membri dell'aeuipaggio.
Peter Berg, un tempo attore caratterista prestante e di razza, ora regista a tempo pieno di action di medio-buona valenza, si dimostra nuovamente all'altezza di dirigere l'operazione, concedendosi pure un cameo a pochi minuti dall'inizio della vicenda.
Certo, alcuni dialoghi in famiglia, specie all'inizio film, sono proprio inascoltabili, se non da denuncia (il tema sul suo papà letto al pubblico dalla figlia petulante del nostro protagonista provoca brividi da delirium tremens), e pure certe situazioni verso il finale, come Russell che improvvisa un Padre Nostro tra i sopravvissuti, sono scene ricattatorie che, anche se vere, sarebbe stato meglio e più pudico non fossero state rappresentate. Colpa di sceneggiatori sempre più incapaci di rinuciare alla ridondanza dei messaggi di fondo, noché ad una retorica che a volte finisce per fare solo danni ed affossare anche le migliori intenzioni e i più brillanti intuiti di regia.
Mark Wahlberg ritrova il regista Peter Berg, e darà presto vita ad un vero e proprio sodalizio cinematografico ricomparendo per la terza volta assieme allo stesso con Patriot Days. Fra gli altri nomi celebri, rispettivamente il compagno e la figlia di Goldie Hawn, ovvero il sempre in forma Kurt Russell e Kate Hudson, mentre a John Malkovich spetta il per lui non inusuale ruolo da mechant, o meglio la parte del funzionario al soldo della proprietà della multinazionale, che taglia i viveri a chi lavora, risparmia sui servizi di prima necessità, e mette a repentaglio vite umane innocenti.
Tra gli emergenti citerei infine una buona prova fornita dal divetto Dylan O'Brien, quello reso celebre della saga Maze Runner
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