Regia di Peter Berg vedi scheda film
Non si può usare la speranza come tattica.
Film che racconta in forma romanzata i fatti realmente accaduti nell'aprile 2010, in occasione della esplosione di una piattaforma petrolifera della BP (Deepwater Horizon), diventata famosa per aver causato il maggior disastro ambientale della storia (lo svasamento di milioni di barili di petrolio nel Golfo Persico per 107 giorni).
Attraverso la conoscenza di alcune figure-chiave della storia, viene raccontata da un lato la cinica avidità dei rappresentanti della BP nel richiedere di attuare operazioni imprudenti perché in ritardo con le schedulazioni originarie; dall'altro lo sforzo e il coraggio messi in atto di alcuni uomini per salvare il maggior numero di vite.
Film coraggioso che ha diverse chiavi di lettura.
Da un lato quella umana con le vicende dei singoli personaggi, incaricati di un lavoro pericoloso e a loro volta divisi nella bassa manovalanza, che si occupa materialmente dei compiti più gravosi, e nelle sfere di comando dove spesso ognuno bada più al rispetto del protocollo che di prendere la decisione giusta, senza contare che per tutti si va a compromettere la consuetudine degli affetti (nonostante i vari sistemi di videocomunicazione che aiutano a sentire i familiari meno lontani).
Dall'altra quella spettacolare. La distruzione di una piattaforma petrolifera, una specie di mostro galleggiante, e tutte le conseguenze tipiche dei disaster-movie hanno richiesto sofisticate tecniche digitali per restare verosimili e credibili.
Infine, l'opera di denuncia per la carne umana mandata al macello in nome di interessi economici astrusi e il mancato rispetto di norme di sicurezza fondamentali in un lavoro a così alto indice di rischio. Senza contare che il processo intentato contro i responsabili della BP, come avvertono i titoli di coda, si è concluso nel 2015 senza alcun colpevole.
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