Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film
Anche il “fenomeno Zalone”, come ogni filone che si rispetti, sembra essersi esaurito. A dire il vero, a parer mio, si era esaurito già dopo il primo film; la cosa assurda è che il popolo pagante e visionante, non si accorga di quanto la sua comicità sia ripetitiva e ormai priva di attrattiva. Partendo da un semplice luogo comune: preservare il posto fisso, crea una pellicola sulla falsa riga di quelle precedenti, spostando l'ambientazione e ampliando spropositatamente i luoghi comuni legati ai posti che visiterà. Non c'è risata che cede alle battute inesistenti, tra dialoghi che straripano di termini zaloniani, ormai noti e trapassati, che neanche più divertono, e una trama ben costruita ma fin troppo intricata per risultare affascinante per tutta la durata, tanto che da più di metà svolgimento, la noia prende il sopravvento. Ne ho letti di articoli che osannano la bravura e la sottile intelligenza di Zalone nel manovrare, in base ai gusti e al periodo italiano, il suo modo di fare “cinema” ma, personalmente, tutto questo acume ancora non riesco a trovarlo, mi perdonerete.
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