Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film
Quarto capitolo della premiata ditta Nunziante-Zalone sui vizi e le virtù dell'italiano medio(cre) impersonato dalla maschera giuliva di un ignorante di successo, questa ennesima variante della trasferta itinerante di un terrone da esportazione fa sorridere tra qualunquismo dei temi e contrappassi non andati a buon fine. Campione d'incassi 2016.
Unico esubero di un programma di razionalizzazione dei costi della Pubblica Amministrazione, il sedentario e indolente Checco si vede costretto ad accettare le più scomode ed improbabili destinazioni pur di conservare il suo agognato ed irrinunciabile posto fisso. La sua battaglia contro una ostinata ed agguerrita funzionaria ministeriale incaricata di liquidarlo, lo porterà in giro per l'Italia e per il mondo, mettendo alla prova la sua capacità di adattamento e facendogli scoprire persino l'amore ed il valore della solidarietà.
Quarto capitolo della premiata ditta Nunziante-Zalone sui vizi e le virtù dell'italiano medio(cre) impersonato dalla maschera giuliva di un ignorante di successo, questa ennesima variante della trasferta itinerante di un terrone da esportazione ha come tema centrale l'improbabile mobilità di una risorsa umana di un apparato burocratico ritenuto, non a torto, immutabile ed anacronistico e come tale destinato ad una inevitabile restaurazione.
Se le gag e le situazioni più brillanti sono come al solito il frutto di un collaudato schema di ricognizione delle beghe cultural-mediatiche più in voga (il sistema neo-borbonico del pubblico impiego, gli equilibrismi di una politica cialtrona e pubblicistica, le contraddizioni di un paese alle prese con criminilità organizzata, immigrazione clandestina, fuga di cervelli e compagnia cantando) e del risaputo retroterra xenofobo e sessista di un Miles Gloriosus più simile nelle fattezze e negli istinti al servo scaltro della commedia plautina, il vero motore comico del plot stà nell'inefficacia di un contrappasso sindacale in cui la fortuna e le insospettabili capacità di adattamento del nostro giocano a sfavore di un potere centrale incapace di arginare con il buon senso e le generose profferte economiche il naturale istrionismo di un idiota ostinatamente ancorato ad un sistema di irrinunciabili e presunti privilegi sociali. Rimangono purtroppo i difetti di una storia che procede con una certa frammentarietà nell'accumulo di episodi e situazioni a cui nemmeno l'espediente dell'excursus narrativo ricapitolato ad una platea di selvaggi di buon cuore riesce a porre rimedio, e finendo per scivolare nel solito finale buonista ed accomodante che non graffia come non l'avevano fatto gli episodi precedenti. Checco fa Checco, ovviamente e gli altri personaggi solo le macchiette di una parte in commedia che fa sorridere al più e mai veramente ridere, confermadosi come straordinario fenomeno al box office anche grazie al massiccio endorsement televisivo (il solito Fazio-so) e ad una colonna sonora che ha il suo pezzo forte nelle doti di un poliedrico menestrello da avanspettacolo che scimmiotta Celentano non meno della fuffa qualunquista delle canzoni del molleggiato. Se non è genio questo. Frase più riuscita: "Signor sindaco prometto che fra una settimana al più tardi avremo tutte le irregolarità a norma". Gattopardesco.
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