Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film
Per la terza volta consecutiva, al quarto film interpretato, arriva Checco Zalone a far esultare gli esercenti cinematografici, in pochi giorni facendo incassare cifre che solitamente sono solo sospirate: con quest'ultima pellicola, in una decina di giorni è già a 50 milioni di euro raggruzzolati. La storia, italiana quanto si vuole, di un Checco Zalone che fin da bimbo ha l'unico obiettivo del "posto sicuro", viene su con una visione parecchio retrograda del mondo attorno a sè, scopre che c'è altro, ma le radici sono sempre invincibili.... C'è chi in sala si sbellica già dalla prima inquadratura riguardante l'ex-star di "Zelig", chi dalle pagine dei giornali lancia strali contro l'onda qualunquista cavalcata allegramente da Luca Medici, in arte appunto Checco Zalone: oggettivamente, il film, a livello narrativo, è poca cosa, più volenteroso dei due titoli precedenti del comico, che non ha l'ambizione di voler dirigere, per il momento (ma partecipa alla sceneggiatura e scrive di persona le musiche). Però, c'è da dire, che il personaggio è, neanche troppo esageratamente, quello che le brutture e il malcostume insito nell'italiano più mediocre che medio, che butta i rifiuti dove capita, suona il clacson facendo rumore per nulla, considera le donne come essere suddito, se non è mammà o la fidanzata/moglie, e via enumerando. Quindi, è una satira aguzza travestita da filmetto che tira al botteghino, o è un elenco compiaciuto di tanti viziacci comuni di noi italiani? Certo, Villaggio con "Fantozzi" diceva le stesse cose, ma con un inimitabile gusto del paradosso, che incideva ben più a fondo, anche perchè, fateci caso, ripetiamo le gags del ragionier Ugo quarant'anni dopo, qui troviamo difficile ripetere una battuta il giorno dopo. E il sospetto che quelli che ridono più sonoramente siano proprio quelli che si rispecchiano maggiormente in quel che compie il protagonista sullo schermo, viene fuori....
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