Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film
Quo vado? articola il proprio discorso sulla figura dell'italiano medio, un individuo pigro, "mammone", ignorante, rozzo ed intimamente cafone.
Chiusasi la "trilogia meteorologica" formata dai suoi primi tre film, Checco Zalone continua il proprio sodalizio con Gennaro Nunziante – l'uno è interprete, l'altro regista, ma entrambi sceneggiano – e trasla lievemente la materia del proprio cinema. Se infatti Cado dalle nubi, Che bella giornata e Sole a catinelle hanno messo in burla e in satira le più disparate categorie sociali dell'odierno Belpaese, Quo vado? articola il proprio discorso sulla figura dell'italiano medio, un individuo pigro, "mammone", ignorante, rozzo ed intimamente cafone che lascia la macchina in doppia fila, salta la coda, suona il clacson al semaforo e si veste con abiti firmati solo per ostentare il proprio reddito. Il timbro è irrimediabilmente bozzettistico e bonario, ma nonostante il tutto soffra di un'intrinseca frammentarietà, l'inarrestabile fuoco di fila di battute spassose, gag al fulmicotone (la bandiera della Norvegia che muta in un crocifisso) e sfottò mirati e mai faciloni (alla TAV, al mito del posto fisso, alle immigrazioni, alla reunion Albano-Romina e via dicendo) vanta una disinvoltura e una qualità che il cinema nostrano contemporaneo nemmeno si sogna. E nessuno degli attori, a partire da Maurizio Micheli sino a Sonia Bergamasco e Lino Banfi, capitombola nella macchietta.
Nella giocosa colonna sonora targata Checco Zalone, da non perdere gli spiritosissimi brani originali La prima Repubblica (cantato imitando Adriano Celentano) e I'm an Italiano boy.
BUON film (7) — Bollino VERDE
VISTO al CINEMA
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