Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film
Qui non si parla del film, ma di ragionamenti ad esso collegati. Il lettore è avvertito.
Ogni puntata al cinema con Checco Zalone è un rituale, la sala gremita di una folla pronta a ridere e a battere le mani, e tutti disposti ad annullare la seriosità e a sganasciarsi a comando. D'altronde è immediatamente evidente, quando inizia Quo Vado?, che è tutto su misura di gag. Il montaggio saltellante, la trama letteralmente a brandelli a favore delle singoli situazioni, le battutine a ricordare quanto è stupidotta la nostra Italietta, e qualche paragone razziale che non guasta mai. Per fortuna che questa Italia è così zoppicante, Checco Zalone ce lo urla in faccia, per fortuna!, così con i suoi problemi - i più stupidi - potrà riempire queste enormi sale.
Quo vado? (2016): Checco Zalone
Checco Zalone si fa circondare di una tribù africana selvaggia che manco The Green Inferno ed è in grado di mettere tutti a sedere per farsi ascoltare e per far ridere. Fa un po' sorridere pensare a questo come a una sorta di strampalato delirio di onnipotenza, ma tant'è!, anche noi da questa parte siamo seduti ad ascoltarlo, e siamo in tanti. Oltretutto conviene ascoltarlo, più che vederlo, Quo Vado?, perché visivamente è uno strazio. Non ci vuole un occhio fine per sbattere le palpebre e chiedersi se il pacchianissimo pianeta Terra a inizio film sia veramente stato messo lì davanti a introdurre la nostra banale storia. E non c'è bisogno di attivare il cervello per confondersi letteralmente di fronte alle varie trovate, una più triste dell'altra, sparate a raffica senza la minima idea di cosa sia un tempo comico. Tutto il film è una mitragliatrice di battute stra-già-fatte, tormentoni che durano il tempo di un sussulto, e scompaiono come i precedenti film di Zalone sono, di fatto, scomparsi. Regia inesistente, direzione di attori neanche l'ombra, ma la lista sarebbe troppo lunga. Altri aspetti sono più interessanti.
Quo vado? (2016): Checco Zalone
Le reazioni di fronte a Quo Vado? possono essere le più svariate. Prima fra tutte, quella di dire che sia stato un film divertente, e sul fatto di essersi divertiti non si può dir nulla, tranne che poco o nulla c'entra, probabilmente, con la qualità del film, ché il divertirsi con i trash è abitudine comune - cinefila e non - da sempre. La seconda, forse la più banale, è indignarsi per l'orribile fattura del film: che dire a questo tipo di reazione? Nulla, se non cosa ti aspettavi? Magari chi ha questa reazione ha anche ragione, ma è pedante piangere la vecchia commedia italiana. Quella è morta.
Forse la terza è una reazione più curiosa: il film non si sa se è piaciuto o meno, ma certo è meno volgare rispetto ai cinepanettoni, quindi va bene. Poi va tanto di moda dire che Checco Zalone è stupido, perché non prendere le sue parti e difenderlo a spada tratta a tutti i costi? Scelta libera, ma a che pro? Per parlare di che? Del fatto che Luca Medici è in realtà intelligente e fa il finto stupido ma è molto simpatico? Per questo bastava Cado dalle nubi. E allora passiamo alla quarta reazione, che con la terza ha uno stretto legame: il film riempie le sale, può piacere o meno, ma fa bene all'industria cinematografica. Poi dillo a quelle migliaia di spettatori che era un film brutto. Ebbene, sì, glielo diciamo, perché questo ragionamento è simile a quello che fa Checco Zalone dentro il film: non rinunciare mai al proprio posto fisso, qualunque sia l'alternativa. Quindi non rinunciare mai a questo tipo di film. Solo che a un certo punto al posto fisso Checco ci rinuncia (vedi che spoiler!); ma noi no!, e guai a chi pensa che con mezzi non troppo dissimili il pubblico da multiplex potrebbe essere addirittura "educato" (aiuto, che paura) non dico al cinema d'essai, ma all'onestà di un prodotto senza pretese. Nulla da fare, è bene accettare il compromesso. Solo che dovrebbe essere chiaro a tutti che è un compromesso.
Infine, ultima ma non ultima reazione, quello che non lo vedo proprio. Forse è la scelta più saggia: ci insegna Caparezza che se la sala è piena il film fa schifo, perché non accettare il luogo comune?
Perché andare a vedere un film di Zalone, per quella che possa essere la qualità del film, è un curioso esperimento antropologico. Le facce, le risate, constatare cosa fa ridere e cosa no, sondare il campo dei gusti del pubblico, capire cosa si intende quando si dice stacca il cervello, sono tutte curiosità legittime cui rinunciare sarebbe rischioso, a costo di farsi dare dello snob. Questo cinema, nemico del Cinema, va conosciuto. Anche perché vi è invischiata anche Sonia Bergamasco, che è l'unica fonte di piacere desumibile da questo pattume. Quindi ridiamo pure, e accettiamo pure questo barbaro compromesso cui siamo costretti. Che altro ci rimane? Solo questa desolata, contraddittoria, ironia. E forse, per antitesi, uno sguardo più cosciente. Non si smette mai di imparare.
Detto ciò, ridateci Sole a catinelle.
Quo vado? (2016): locandina
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e tu hai visto solo la masturbazione di un elefante in tutto il film?
ma poi che vuol dire, è come se la grande abbuffata fosse un cinepanettone perchè ci sono dei tizi che mangiano e scopano...
Ho sentito le battute, scontate e sentite altrove (non si ride mai); ho capito le accuse scontate su luoghi comuni, verissimi ma di cui sappiamo già tutto, sulla nostra Italietta (hanno lo spessore di uno stato su Facebook scritto a casaccio); ho sentito le sue ridicole freddure, la canzoncina che vuole fare da tormentone, insomma difetti e motivi di irritazione che non derivano da chissà quale studio linguistico dello stile del film, ma proprio dalle basi.
E la masturbazione dell'elefante è la goccia. In qualsiasi altro film di qualità poteva essere lo schiaffo in faccia al benpensante. Qui è un pretesto, una trovata, un'ideucola. Un film non è volgare solo se mostra rutti e scoregge, è volgare se vuole far ridere come hanno già fatto milioni di altri, senza idee.
In conclusione, io non ti do dello stupido perché ti è piaciuto il film; dunque, darmi dello snob a che pro?
E basta così, Quo Vado? non vale tutte le righe che stiamo impiegando per discutere. Solo, se si vuol ridere, si prendano L'aereo più pazzo del mondo, e Hot Shots!, e vedrai che anche lo snob saprà accontentarsi senza che il regista sia impronunciabile con un nome assurdo.
Non si ride mai. Opinione personale, io (e non solo io) ho riso molto. L'areo più pazzo del mondo (che è un grandissimo film, Hot Shots molto di meno), fanno parte di un genere al quale Quo Vado non appartiene nemmeno lontanamente. Scrive Filippo Mazzarella (se leggi questo sito o compri tutte le settimane FilmTv dovresti sapere chi è): "I film di Zalone nel 2050 saranno considerati alla stregua di classici, come i primi Fantozzi di Villaggio, come i migliori Sordi, i più acuti Totò. E non ricordo, nella storia recente, nessun altro che abbia toccato con leggerezza la stessa quantità di temi: razzismo, leghismo, omofobia, clientelismo, intolleranza, immigrazione, islamismo, terrorismo, disoccupazione, lotta di classe, familismo. Detrattori, rassegnatevi: Checco è un fuoriclasse". Non lo dico io, ma sottoscrivo lettera per lettera.
dite a mazzarella che fantozzi fu 'da subito' considerato un film che rivoluzionava il cinema comico italiano degli anni '70... mica lo si è apprezzato 5 anni fa!... e che i migliori sordi e totò, sono sì venuti dopo filmetti dimenticabilissimi, ma sono nati dall'incontro di questi straordinari istrioni con sceneggiatori, registi e 'spalle' di cui qui non si vede nemmeno l'ombra... poi ho sentito in giro altri tipi di bestemmie... "zalone come troisi e benigni"... ma mi facci il piacere, mi facci!
Zalone come Troisi no, proprio no. Come Benigni puo' essere, se non si sputtana pure lui con Dante o i dieci comandamenti potrebbe, diciamo così, invecchiare meglio.
Premesso che non ho ancora visto il film e quindi su quello non mi esprimo,
trovo abbastanza assurda questa sorta di bagarre venutasi a creare per un film che, detrattori, entusiasti o indifferenti che si sia, mi pare non meriti tale spreco di energie oggettivamente parlando e senza nulla togliere alla bravura comica di Zalone, che credo sarebbe il primo, visto che stupido non è di certo, a sminuire la cosa e a riportarla sui giusti binari del pacifico confronto.
Dice bene su una cosa Wundt: "opinione personale" circa il cosa faccia o non faccia ridere. Io trovo dei geni della comicità i Monty Python che a molti altri detestano e non piacciono per niente e non ridono manco se gli fai il solletico.
A EightAndHalf non ha fatto ridere per niente e Wundt ha riso molto, magari io riderei così così e via dicendo. Ma "opinione personale" (è bene ricordarcelo sempre tutti cosa sono le recensioni) anche per chi le scrive e non "il Verbo, una verità assoluta per tutti" come a volte, dinnanzi a certi attacchi pare che sia.
Non mi pare che in questa recensione ci sia la volontà di affermare che "è così ebbasta!", quanto piuttosto un'analisi (che io ho percepito onesta) di una serie di riflessioni suscitategli dalla visione del film, punto. Perché partire all'attacco così?
In un'altra recensione ha demolito uno dei film per me più divertenti ora in sala (Dio esiste e vive a Bruxelles) dandogli un voto simile a questo se non erro. Anche io gli ho detto che non ero assolutamente d'accordo con quanto esprimeva, ma l'ho fatto con una battuta anziché dargli dello snob.
Non conosco personalmente EightAndHalf ma non penso sia snob chi si è divertito con quei due bei film dei fratelli Zucker o mi cita il Caparezza di "Ti sorrido mentre affogo", splendido divertissement verbale sui luoghi comuni (ma perdonami Eight, credo leggibile anche al suo contrario, "se la sala è piena il film (non) fa schifo" anche se non sempre, visto che può essere un luogo comune ;-)
Trovo che abbia ragione un'altro utente di FilmTV che a Zalone ha dedicato giorni fa un interessante post, che forse la linea di condotta giusta sia proprio quella né di esaltare il personaggio oltremodo (forse Mazzarella ha la palla di cristallo che vede nel futuro ciò che avverrà nel 2050 e non è esagerato nel fare paragoni tanto arditi?) né quella di volerlo affossare aprioristicamente senza manco vedere il film (anche se può essere una scelta pure quella, come ci dice Eight più sopra, ma poi però non si potrà parlare di Quo Vado? con cognizione di causa).
Il fatto che un critico professionista come Mazzarella dica una cosa simile penso valga tanto qualche sparata al'opposto di qualche altro suo esimio collega che dicesse peste e corna di Zalone, si annullerebbero a vicenda. E poi non si contano i casi di critici che hanno preso abbagli enormi, in un senso o nell'altro.
Io dico che chi piace il film se lo goda, ne parli bene e smentisca le parole di EightAndHalf con una recensione altrettanto convincente ma in positivo, e che alla fine possa esserci un confronto sempre rispettoso tra le parti, anche quando non concordano. "De gustibus non est disputandum" ;-)
I monty phyton piacciono moltissimo anche a me (il senso della vita l'avrò visto mille volte) e paragonare zalone a totò o sordi la trovo una colossale bestemmia (evidentemente mazzarella è ateo). Se dovessi stilare una classifica, tanto inutile quanto forse utile, dei più grandi comici di tutti i tempi zalone non entrerebbe nemmeno nei primi 100 posti. Ma per un paese che ha visto primeggiare in termini di incassi negli anni ciofeche come i film con protagonisti celentano, montesano, lino banfi (negli anni Ottanta) e i cinepanettoni firmati neri parenti (credo che natale in india sia il film più brutto che sia mai stato fatto, con buona pace di ed wood), vedere oggi (se confrontato con questi) un film di zalone è quasi ossigeno puro. E' chiaro cosa intendo?
Sono d'accordo che Zalone sia meglio dei cinepanettoni però non dobbiamo nemmeno rassegnarci al peggio penso si possa fare meglio nel cinema di commedia o comico puro. Speriamo che Zalone ed altri lo capiscano e facciano sempre meglio
prendo due film antitetici, per certi versi... "la lingua del santo" del povero mazzacurati e "l'anima gemella" di rubini... sono esempi, più o meno riusciti, di rinverdire una commedia italiana che è quasi sempre asfittica e monocorde... ditemi, che riscontro di pubblico hanno avuto? ve lo dico io, nullo!... eppure sono due film coraggiosi... ora, caro de curtis, spiegami perché la coppia zalone/nunziante dovrebbe abbandonare questa medietà d'oro per scegliere di crescere rischiando?... il flop di film intelligenti e l'esorbitante successo di film 'furbi' alla fine faranno tornare la commedia italiana dentro l'alveo del già-visto... nel 2050 non avremo autori comici di riguardo, ma una schiera di pessimi imitatori dello 'zalone style'...
Io spero soprattutto che gli incassi servano per produrre qualche buon film d'autore come si faceva ai tempi di Totò con il neorealismo.
Una volta cinema alto e basso si aiutavano oggi sembrano mondi a parte
l'anima gemella di rubini non lo conosco, ma la lingua del santo di mazzacurati altro che rinverdire i fasti della commedia italiana, era una gran bella ciofeca. mazzacurati ricordiamolo per altre cose.
Ciao Wundt, direi che sei stato chiarissimo sopra ed altrettanto ora nel dirci la tua opinione personale su La Lingua del Santo, così come Lo Straniero ha la sua.
Io non lo ricordo benissimo il film di Mazzacurati, ma mi sa che sto più con lui che con te. :-)
Al di là di tutto sarebbe davvero bello che si cercasse (e non parlo certo solo di Zalone) un ritorno a fare un tipo di commedie intelligenti e divertenti ma sensate (a me tanto per citare un titolo abbastanza recente è piaciuto molto "Zoran, il mio nipote scemo") senza invocare la "commedia all'italiana" periodo d'oro che credo mai più tornerà, ma la vedo durissima conciliare ciò col grandissimo pubblico, che credo preferisca storie molto più semplici e spensierate.
Penso anche io che trovato un filone che tira sia difficile lasciarlo stare e provare a rischiare di più.
Va detto Roger, che Zalone è uno che sa gestirsi molto bene. Fa un film ogni due anni, frequenta pochissimo (per non dire quasi mai) i salotti televisivi, per cui ogni suo film è in qualche modo un evento vero e proprio. La cosa che più amo nella comicità di Zalone è quella di smitizzare i miti. Come Villaggio prese la Corazzata Potemkin (cioè un totem assoluto) e lo distrusse, Zalone prende esempi altissimi (la musica classica, la Grande Bellezza, la politica) e li distrugge a proprio piacimento, fino a renderli inoffensivi e quasi comici. Mi piacerebbe vederlo un giorno distruggere Otto e mezzo di Fellini o Pulp Fiction (detto per inciso, due capolavori, ovviamente), ma finalmente perderebbero quell'aura di intoccabilità che, soprattutto per il film di Fellini, lo sta facendo ammuffire. Se non perderà la testa come un Pieraccioni qualunque (che dopo il successo di tre film pensò bene, si fa per dire, di tentare il salto in America con il terribile Mio West) potrebbe veramente durare almeno tre decenni. E sarebbe la rivincita del cinema comico intelligente fintamente ignorante (Zalone è un appassionato di jazz, altro che cozzalone...) sul cinema ignorante fintamente intelligente (faccio un nome? Pupi Avati, o la Comencini).
wow!... avati è un ignorante?... detto che "il papà di giovanna" è un film discreto, il signor pupi avati ha avuto le palle di tentare un coraggioso film storico agli inizi degli anni zero, ha fatto robe buonissime per tutti i '90 (l'arcano incantatore, magnificat, anche il contraddittorio film su bix beiderbecke), per non finire - banalmente - a dire delle cose stradette sul grande horror di provincia e sul grottesco traballante della sua prima parte di carriera... carissimo wundt, ci sono almeno dieci film di avati che vale la pena vedere e sinceramente di zalone ne ho visti due su quattro e li ho già dimenticati!...
Su Avati ha detto tutto @lostraniero, e io non posso che sottoscrivere. Mi domando piuttosto quali film di Mazzacurati abbia visto @wundt. Mazzacurati è stato un regista che nella sua carriera ormai conclusa (purtroppo) ha dimostrato una sensibilità comune a ben pochi. Sensibilità che mi pare totalmente assente in Zalone, a parte quella (probabilmente più dei produttori che sua, questo lo ammetto) al profitto e ai quattrini.
Quanto a Fantozzi, Villaggio fu un autentico innovatore nel panorama della commedia italiana di ormai quarant'anni fa, la sua comicità dissacrante non piaceva a tutti (anzi) e dimostrò genialità nelle sue dissacrazioni. A vedere del genio nei film di Zalone, secondo la mia modesta opinione, ci vuole invece della bella fantasia.
meno male che c'è ancora gente, su questo blog, che non vuole conformarsi alla 'comicità fariseo-cattolica' di uno come zalone...
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