Regia di Gabriele Mainetti vedi scheda film
Un delinquente si trasforma in un super-delinquente, dopo un'immersione nel Tevere inquinato da rifiuti radioattivi. Le radiazioni trasformeranno il suo corpo e, inevitabilmente, il suo animo. Un piccolo gioiello tutto italiano.
La storia di un eroe all'italiana, se così si vuol definirlo. Un delinquente dall'animo buono finisce nelle acque del Tevere durante una fuga dalla polizia, sfonda per sbaglio un contenitore di scorie radioattive, vi si immerge fino all'anima; dopo qualche ora scoprirà di aver acquisito dei superpoteri. Ovviamente cercherà di usarli nel modo che più gli è congeniale, rapinando bancomat e furgoni blindati. Nel mondo squallido e monocromatico di Enzo Ceccotti, compare però la figlia di uno dei suoi compagni di sventura, morto durante un lavoro con degli ovuli di droga; sarà lei a risvegliare il suo istinto da "super eroe". La storia è bella, perché non racconta di eroi da fumetto, bidimensionali e prevedibili, non scimmiotta l'epica Marvel e nient'altro di già visto, ha un approccio originale, germinativo ed inscritto perfettamente nella cornice italica. Mi aspettavo un film sorprendente, gli strumenti con cui è girato questo film non lo sono, c'è tanta scuola sul piano tecnico, gli interpreti sono bravissimi ed i personaggi caratterizzati con grande cura ma è la storia quella che fa la differenza. Condivido le lodi entusiastiche, Lo chiamavano Jeeg Robot è un piccolo gioiello di cui andar fieri.
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