Regia di Gabriele Mainetti vedi scheda film
Corri Ceccotti laggiù,
plana tra schizzi di blu,
cori in aiuto di tutta a' ggente
dell'umanitàaaaaaaaaaaa ....
Salvali tutti, Hirò!,
è l'ultimo pensiero
che ella sospirò.
Diceva per davero,
la principessa interrotta,
lei che per prima vidde,
tra scene d'urbana lotta
e criminose ridde,
un Jeeg Robot novello
nell'ombroso tizio
con più d'un rovello.
Porno e yogurt per vizio,
lo chiamano Enzo Ceccotti,
sopravvissuto dice la cronaca
negl'umidi gironi corrotti
d'una livida Tor Bella Monaca
di luci, miserie e palazzoni,
finché fuga a perdifiato
sfociò con bagno tra bidoni
e immerso, 'sto sfigato,
in fetenti liquami neri,
da cui ebbe l'ingrata sorte
de ottene' belli poteri
e sfida' la canina corte
der truce bullo glitterato:
è lo Zingaro, incazzoso
e alla mala fama votato.
Ma pure se nebuloso,
e di guai, e intralci gravido,
è segnato il cammino:
de core e identità è avido
quello ch'era n'omino,
ché dal bancomat divelto
a protegge' la viva creatura
il mutamento è sin svelto:
po' emerge' la vera natura
del supereroe di borgata.
Scontri, pene e affaracci,
la crescita nun è fermata
da li tristissimi abbracci
de 'na infingarda fortuna:
er trapasso della fanciulla
sì come s'eclissa la luna
letargico sopor annulla.
E come maglio perforante
ruggisce l'animo infocato;
di corsa, ancora, andante
l'Enzè Nostro s'è fiondato,
a sarvare tutta l'umanità ...
Non è malacopia né caciara,
il film sprizza originalità
come pure riflessione amara
sui tempi la società li affetti.
Co' Santamaria e Mainetti,
uno sta uno guida tutti belli
vibra Pastorelli spacca Marinelli.
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