Regia di Gabriele Mainetti vedi scheda film
Da non perdere.
Un delinquentello romano di mezza tacca acquisisce per caso una forza incredibile. Finirà nelle mire di una gang di delinquenti capitanati da un folle...
E' davvero sorprendente (ma come poteva non esserlo?) questo film italiano su un supereroe, che ha tutte le carte in regola per battere i film della Marvel sia in intrattenimento che in intelligenza (anche se non è difficile battere un film della Marvel su quel campo). La storia di un supereroe che in realtà è un antieroe (è un delinquente, non un bimbo morsicato da un ragno o un miliardario che ha visto morire i genitori quando era in fasce) che usa i suoi poteri, inizialmente, per rubare e poi per fare del bene è anche una storia di maturità e redenzione. Ma soprattutto la vicenda ha forti connotati di attualità e di denuncia sociale. I cattivi non sono dei mostri con poteri assurdi ed improbabili, ma sono dei balordi romani che fanno parte di una gang che spaccia, rapina e vuole affiliarsi alla camorra. Perciò, nonostante la trama abbia molto del fantasy, i personaggi non sono inventati, sono veri, vivi, esistenti e ne sentiamo parlare ogni giorno al Tg. Per questo in Lo chiamavano Jeeg Robot c'è un po' di tutto: c'è un pizzico di Marvel ed un po' di Romanzo criminale; il tutto mescolato in un felice connubio dove l'intelligenza degli autori si vede eccome. Quindi posso finalmente dire di aver visto un film sui supereroi che può piacere (anzi che è destinato in prima persona) agli adulti; un film dove un poveraccio deve utilizzare i suoi superpoteri per sconfiggere la delinquenza capitolina (ma bastassero i superpoteri!). Claudio Santamaria, sobrio e contenuto, è bravo ma si fa notare soprattutto Luca Marinelli, che interpreta un antagonista degno del Joker di Heath Ledger. La sequenza finale allo stadio è mozzafiato.
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