Regia di Gabriele Mainetti vedi scheda film
Lo chiamavano Jeeg Robot, ovvero ciò che rimane della generazione degli anni '80
Dietro una singolare e piacevole commistione di generi, si cela un sottotesto vagamente "sociale". Lo chiamavano Jeeg Robot è la storia dei bambini degli anni '80 e del fallimento dei loro sogni e delle loro speranze, nel passaggio dalla realtà virtuale della tv alla vita reale, fatta di periferie angoscianti e di famiglie inesistenti. C'è chi vive ancora nell'illusione di sfondare (Marinelli), così riscattando un'intera esistenza di grigiore, e chi vive disilluso e ai margini (Santamaria) ferito da un passato che ha bruciato tutto e tutti. I superpoteri rappresentano la linea d'ombra, il passaggio dall'adolescenza alla maturità, alla consapevolezza di quello che è successo veramente, innescando un processo di autodistruzione (Marinelli) o di riscatto (Santamaria). Ciò che rimane della giovinezza è una manciata di canzoni, di poster appesi alla parete ed una buona dose di cinismo e nichilismo, di illusioni e di ricordi, rifugio sicuro per chi non è stato in grado di accettare il passaggio (dov'è la regina Himika?).
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