Trama
Nel 1969 a Torino Massimo, un bambino di nove anni, perde la madre in circostanze misteriose. Qualche giorno dopo, il padre lo porta da un prete che gli spiega come la madre sia oramai in paradiso. Massimo, però, si rifiuta di accettare tale brutale scomparsa. Decenni dopo, nel 1990, Massimo è divenuto un giornalista realizzato ma il suo passato continua a perseguitarlo. Così, quando deve vendere l'appartamento dei genitori, le ferite della sua infanzia si trasformano in ossessione.
Approfondimento
FAI BEI SOGNI: DAL ROMANZO AUTOBIOGRAFICO DI MASSIMO GRAMELLINI
Diretto da Marco Bellocchio e sceneggiato dal regista con Valia Santella ed Edoardo Albinati, Fai bei sogni è basato sull'omonimo libro autobiografico di Massimo Gramellini e racconta la storia di Massimo, la cui infanzia è stata segnata dalla misteriosa morte della madre. Nell'apprestarsi a vendere l'appartamento dei genitori, Massimo è tormentato dal traumatico passato e la compassionevole dottoressa Elisa lo aiuta ad aprirsi e a confrontarsi con le ferite risalenti al 1969 quando di fronte alla perdita della madre ha dovuto accettare una brutale verità che lo ha segnato per sempre.
Con la direzione della fotografia di Daniele Ciprì, le scenografie di Marco Dentici, i costumi di Daria Calvelli e le musiche originali di Carlo Crivelli, Fai bei sogni viene così descritto dalle parole dello stesso Bellocchio in occasione della presentazione del film alla Quinzaine des Réalisateurs 2016: «Il film nasce dal romanzo di Marco Gramellini, uno dei più grandi successi editoriali italiani degli ultimi anni per merito delle situazioni e delle emozioni che descrive. Non ho voluto farne un film solo perché il romanzo era un best seller: sono semmai rimasto colpito dai temi del libro, dalle situazioni drammatiche e dal perdere una madre quando si è ancora un bambino. La sofferenza di Massimo, nove anni, è ancora più forte dato che l'amore che condivide con la madre è reciproco, assoluto ed esclusivo.
Il giovane Massimo si ribella contro una tragedia che ritiene ingiusta ma con il tempo prova a sopravvivere all'incomprensibile perdita. L'adattamento a ciò che gli è accaduto presenta però un conto salato: Massimo diventa cupo e ferito a causa della necessità di stare sempre in guardia per sopravvivere. Ciò compromette la sua capacità di amare, lo trasforma in un uomo freddo e rende vuoti i suoi anni di adolescenza e maturità. Circostanze complesse e relazioni casuali non lo aiutano poi a rompere l'armatura di indifferenza che si è costruito.
L'adulto Massimo, giornalista affermato, un giorno si "risveglia" e deve confrontarsi con le radici del suo dolore. Potremmo parlare di "guarigione" ma in maniera più prudente direi che ha inizio concretamente il suo cambiamento.
La storia mi ha colpito profondamente. Tratta temi che ho già sviluppato nei miei precedenti film: famiglia, maternità, paternità, una casa in vari periodi di tempo e i cambiamenti radicali che occorrono in Italia. I cambiamenti del Paese sono letteralmente osservati dalle finestre della sua abitazione.
Roma, Sarajevo e Torino, le tre città presenti in Fai bei sogni, sono viste e vissute da un giornalista affermato. Lavorando per un importante quotidiano nazionale, Massimo è un cronista della realtà, un testimone distaccato. Forse aspira a diventare qualcosa di più che un semplice e compassionevole partecipante agli eventi del mondo».
Note
Adattamento dell'omonimo romanzo di Massimo Gramellini.
Trailer
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Commenti (15) vedi tutti
L'inizio è davvero lento e tarda a coinvolgere con confusivi flash back. Migliora dalla metà per farsi apprezzare nella sua dimensione umana molto toccante. Ho capito solo qui di chi si narrava la vita. Nel complesso davvero un bel film. Nel film si insinua il dubbio sulla 'vendita' della madre. Non può essere! 9
commento di BradyIl film, per quanto si sia ispirato al romanzo autobiografico di Gramellini, per fortuna non è una biografia che vada ad aggiungersi alle troppe circolanti in questo momento sugli schermi (si sarà capito che non amo i biopic!)!
leggi la recensione completa di laulillaBellocchio traspone l'acclamato romanzo di Gramellini con l'intento di rappresentare il disagio psicologico del protagonista, che ha origine da un'infanzia irreversibilmente segnata dal lutto. L'operazione è riuscita solo nella prima parte. Nella seconda, invece, il film risulta poco ispirato e privo di vera profondità. Voto 5,5
leggi la recensione completa di rickdeckardIl libro di Gramellini mi è piaciuto molto ma il film non riesce a riportare altrettanto bene le emozioni e i sentimenti di un orfano. Soprattutto nella parte centrale del film c'è un po' di forzature per rendere un po' spettacolare quella che è soprattutto una storia intima.
commento di Artemisia1593Di difficile visione, come difficile è la tematica, ma molto bello questo film. Bellocchio forever.
commento di slim spaccabeccoDiciamo che la penso come "Ezio" : Film troppo allungato e con troppe Memorie.voto.4.
commento di chribio1Ricordi...ricordi,una vera persecuzione per tutto il film,di una durata sproporzionata,bisogns essere in una serata in stato di grazia....o l'abbiocco e' li' dietro l'angolo...che palle !!
commento di ezioIo l'ho trovato semplicemente inguardabile.
commento di ValekBasandosi su un romanzo di Gramellini, Bellocchio dirige un film che in alcuni casi risulta un po’ troppo sentimentale e didascalico, ma che - nel complesso - dipinge bene il vuoto affettivo di un individuo orfano di madre ancora bambino. Voto 6,5/10.
commento di alexio350Flop clamoroso. Ne' Mastandrea ne' Gifuni possono risollevare questo polpettone mélo che pare una brutta fiction. Mi sono risparmiata il libro per fortuna! Almeno nelle tragicommedie di Virzi' ogni tanto si ride...qui una palla indigesta.
commento di almodovarianaBellocchio incontra Gramellini e il film convince.
leggi la recensione completa di LauronaIl libro di Gramellini è un pretesto per mettere in scena una lunga seduta psicoanalitica firmata Bellocchio (ricca di riferimenti al suo cinema). Alcune performance salvano dalla pesantezza originaria del racconto.
leggi la recensione completa di hallorannLa ricerca della verità che dura almeno la metà di un'esistenza; un inganno che cela una verità tragica che nessuno è stato in grado di rivelare per tempo alla persona che più di ogni altra ha sofferto la scomparsa di un personaggio centrale. Da Gramellini un film che emoziona solo a tratti, troppo proteso a perdersi in sipari e storie fuorvianti.
leggi la recensione completa di alan smitheeTraendo liberamente lo spunto dal romanzo autobiografico di gran successo di Gramellini, è una storia trafitta da un dolore lancinante prima del bambino e poi dell’adulto Massimo, un dolore così sanguinoso e impresso nell’anima e nella mente che il protagonista della storia non riesce assolutamente a mettere da parte, nonostante gli sforzi.
leggi la recensione completa di michemarTerminata la carriera con "Buongiorno, notte", Bellocchio continua ad iterare gli stessi temi portanti della sua filmografia giovanile: il conflitto familiare, la maternità e paternità negate, le ombre politiche che funestano i rapporti privati. Ma siamo in un altro secolo: tutto ha solo il sapore del deja vù e....la Cina è proprio lontana!
commento di maurri 63