Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Dopo il Capitale Umano Virzì ritorna in Toscana e rimane coerente nella visione e nei risultati. Se la Brianza del film precedente degenerava nella macchietta, la sua 'terra' restituisce invece quel gusto del reale e dello spontaneo alla base dei suoi lavori migliori. Da questo punto di partenza, un punto di partenza più sincero, il senso del messaggio virziniano si sviluppa più coerentemente facendo perno come sempre sugli attori (bravissimi) e ad una capacità di alternare armonicamente i diversi registri emotivi. Si passa dunque dalla commedia al dramma e viceversa in poche scene addirittura nella stessa scena enfatizzando la carica dei contenuti e il senso profondo di gesti e situazioni che riempiono la vita di tutti i giorni. Il carattere esistenziale è sempre stato il cuore del cinema di Virzì come quello politico. Ed è qui che io mi 'raffreddo' perché percepisco una forzatura comunicativa tale da rovinare un quadro sociologico intenso sporcandolo con delle derive ideologiche. Ma forse è meglio così in un'era di buonismo, in un'era di politically correct onore a chi ha il coraggio di schierarsi cocciutamente mettendoci la faccia. Però tornando alla dimensione artistica dopo aver elogiato l'insieme non posso notare ancora una volta che nel tirare le somme, il regista rimane spesso prigioniero di soluzioni accomodanti, perdendosi in finali sì coerenti ma forzati nella dinamica (riprendersi così 'brillantemente' dopo essere state investite è dura da metabolizzare...). 6/7 COMBATTIVO
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