Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Un’aristocratica frou frou e una ragazza sbalestrata “evadono” dalla comunità di recupero dove si trovano (la prima perché bancarottiera a sua insaputa, la seconda per aver tentato di uccidere il suo bambino) e vagano per la Toscana. Ogni buddy movie si basa su due protagonisti che si trovano agli antipodi ma che in qualche modo si attraggono: qui, una donna impermeabile alla dimensione tragica della vita e un’altra immersa nelle tragedie; entrambe incapaci di rapportarsi con gli altri e inguaiate dai rispettivi uomini. La Bruni Tedeschi ha un ruolo pienamente nelle sue corde, e stavolta persino la Ramazzotti se la cava. Però, bisogna dirlo, il cinema di Virzì appare in generale regresso rispetto ai tempi in cui le sue commedie erano ai livelli di quelle degli anni ’60: ha il respiro corto, si perde in una narrazione episodica e macchiettistica (e qui forse c’entra anche la cosceneggiatrice Archibugi) e non sembra più in grado di sintonizzarsi con l’Italia di oggi.
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