Regia di Massimiliano Bruno vedi scheda film
Reduce da buoni successi commerciali nella forma della commedia odierna, con l’aggiunta di qualche sfumatura (per quanto il risultato del suo esordio da regista, Nessuno mi può giudicare, non sia più stato nemmeno avvicinato), Massimiliano Bruno tenta una via più seria, addentrandosi nel reale attuale.
Parlare male di un film che ci prova, quasi scoccia, ma tutto l’impegno del mondo non può bastare per sottendere debolezze drammaturgiche che non ledano la risultante.
Luciana (Paola Cortellesi) e Stefano (Alessandro Gassman) non navigano nell’oro ma, quando c’è l’amore, anche il minimo compenso economico basta per tirare avanti senza perdere il sorriso. Quando il sogno di lei di rimanere incinta si concretizza, si ritrova senza lavoro, accerchiata da tante difficoltà, anche tra le mura di casa.
In un momento di estremo sconforto, dopo mesi d’insistenti richieste presso il suo ex datore di lavoro, perderà il controllo, incontrando sulla sua strada Antonio (Fabrizio Bentivoglio), un poliziotto con un enorme peso sulla coscienza.
Essere più seri non vuol dire automaticamente conseguire anche una nuova maturità. Massimiliano Bruno lascia da parte la commedia, almeno quella pura visto che comunque un po’ di leggerezza non guasta mai, per raccontare un disagio umano, tra le ingiustizie nel mondo del lavoro, che tutti conoscono ma dall’alto tutti ignorano (o fanno finta di ignorare), i problemi familiari e la delicata posizione delle donne, chiamate più degli uomini a vivere su instabili trampoli per portare avanti i loro umili sogni.
Una realtà che offre pochi aiuti e non ha problemi a dare calci per spingere le persone altrove (in un burrone), in tal senso Gli ultimi saranno ultimi è, fin dal titolo, uno snapshot onesto e attinente ai tempi.
Lo è però di meno quando il dramma tocca, o almeno dovrebbe farlo, il picco di un circostanziato climax, con gli ormeggi completamente saltati, stridendo nell’intonazione, ricongiungendo le due traiettorie proposte, con una di suo già piuttosto traballante (quella di Antonio), nel segno della precipitazione e dell’evanescenza.
Un peccato mortale che non premia il discreto tratto della coppia di protagonisti, con lei donna razionale e di cuore e lui trafficone senza speranza (per Alessandro Gassman è un gioco da ragazzi essere credibile), e che mette in estrema difficoltà Paola Cortellesi, di suo non certo riconosciuta per le doti drammatiche, figuriamoci quando è inserita nella situazione sbagliata.
Così, Gli ultimi saranno ultimi affonda per sua imperizia, nonostante il riquadro sociale, con i suoi soprusi e la dimensione della dignità, inevitabilmente messa a repentaglio, collassando completamente nel passo che avrebbe potuto avvalorare una procedura che, per buona parte, avanza con sufficiente profondità di sguardo.
Questa volta, la premiata ditta formata da Massimiliano Bruno e Paola Cortellesi non sortisce gli effetti sperati.
Inappagante.
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