Regia di Massimiliano Bruno vedi scheda film
In un paesino laziale, Luciana e Stefano aspettano un bambino. La gioia dell'evento viene annullata dalla notizia che, proprio a causa della gravidanza, il contratto di lavoro di Luciana non sarà rinnovato. La donna perde completamente la testa.
Gli ultimi saranno ultimi ha un pregio immenso, ma purtroppo involontario: senza rendersene per nulla conto, infatti, è il primo film a raccontare il delirio folle dell'Italia ignorante e qualunquista che risponde alla crisi con la violenza e la sopraffazione sul prossimo, alla cieca. In tutto ciò la pellicola è lo specchio di un periodo di nera decadenza del Paese, funestato da una guerra tra poveri che il titolo ben riassume; l'economia a rotoli ha causato rovine, suicidi, famiglie spezzate e tutto questo, nel nostro cinema, bene o male già si è visto: ma nessuno si era ancora preso la responsabilità di narrare l'oscenità (ciò che è fuori dalla scena, che va oltre l'evidenza) di una nazione piegata in ginocchio e incapace di distinguere il riscatto dalla violenza, la recriminazione dalla vendetta sommaria. Sorprende, al di là dei meriti inconsapevoli, la scelta di mettere in scena certi aspetti brutali della contemporaneità sotto forma drammatica; sorprende quantomeno per Massimiliano Bruno, qui alla sua quarta regia dopo 3 commedie in 4 anni. D'altronde la base di partenza è un testo teatrale che lo stesso Bruno aveva scritto un decennio prima (il che depone ampiamente a favore delle sue capacità di lettura, di indagine sociale) e già messo in scena con la stessa Cortellesi come protagonista; i due hanno poi scritto la sceneggiatura per questo film insieme a Furio Andreotti e Gianni Corsi. Della Cortellesi è difficile, se non impossibile, dire male: eppure la sua maniera di interpretare un personaggio cupo, a tratti perfino tragico come quello di Luciana Colacci è piuttosto insoddisfacente: nei momenti più drammatici sembra quasi stia parodiando il suo personaggio. Nel cast non mancano altri buoni nomi: Alessandro Gassman, Fabrizio Bentivoglio, Ilaria Spada, Giorgio Caputo. Gli ultimi saranno ultimi va insomma visto come un interessante passo avanti, sul piano dei contenuti, per il cinema italiano; ma un passo che non può rimanere isolato, a cui vanno fatti seguire ulteriori sforzi nella stessa direzione. 4/10.
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