Regia di Léon Poirier vedi scheda film
Una vera riflessione, da parte del cinema, sulla Prima Guerra Mondiale si ha soltanto una decina di anni dopo il termine del conflitto. Film sulla Grande Guerra c'erano sempre stati, praticamente fin dal suo scoppio, ma si trattava per lo più, in tutti i paesi coinvolti, di opere di propaganda più o meno mascherata. Qualche anno dopo, sulla scorta della letteratura e della memorialistica bellica, anche il cinema vuole dire la sua, al di fuori di ogni logica propagandistica. In operazioni di questo tipo, l'esigenza più avvertita è quella di rappresentare alle masse (agli spettatori), spesso in ottica pacifista, la dura realtà del conflitto.
Sempre tenendo conto che un film è essenzialmente uno spettacolo, si vuole offrire un quadro il più possibile realistico della guerra. Talvolta si usano spezzoni di materiale girato nelle zone delle operazioni militari dai cineoperatori dei cinegiornali e si compone l'opera cinematografica unendoli a sequenze ricostruite dal regista, spesso sui luoghi delle vere battaglie. Questa è, grosso modo, la tecnica usata anche per Verdun, visions d'histoire, film che vorrebbe essere realistico e che utilizza materiali d'archivio cinegiornalistico, da far convivere con riprese prettamente cinematografiche. Vengono così mostrati vecchi filmati recanti immagini del Kaiser Guglielmo e del Kronprinz, così come dei generali francesi Joffre e Foch. Alcune sequenze dovettero essere giocoforza ricostruite a posteriori, come nel caso del generale francese Petain, del quale mancavano immagini di repertorio.
Leon Poirier, regista d'origine borghese e colta, utilizza lo schema già messo a punto dall'americano Griffith (per esempio in Nascita di una nazione), di una sorta di saga familiare che si va ad inserire nel drammatico contesto di un conflitto di portata gigantesca e di modello completamente nuovo e spiazzante.
In questi termini, Verdun, visions d'histoire, sebbene troppo lungo, è un resoconto cronachistico (aiutato anche da animazioni grafiche di buona qualità) e un po' retorico di un evento bellico fondamentale nell'economia generale della Grande Guerra. Ed entro questi limiti, dunque, il film di Poirier può considerarsi se non del tutto soddisfacente, quanto meno un documento di grande importanza.
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