Regia di Kenneth Lonergan vedi scheda film
Lee tira a campare facendo i lavoretti più svariati per un condominio e vive da solo in un monolocale spoglio: il suo passato torna a galla quando gli muore il fratello e apprende di essere stato nominato tutore del nipote, la cui madre è sparita non si sa dove. Un film dall’andamento faticoso, ingolfato di tempi morti che attutiscono fin troppo la tragedia: in particolare viene dedicato uno spazio spropositato alle trascurabilissime intemperanze erotiche del ragazzotto, per il quale non si riesce a provare la minima simpatia. Interessante l’uso dei flashback, che all’inizio sembrano gratuiti nella loro apparente insignificanza e poi si precisano via via che il cerchio si stringe intorno all’evento che ha cambiato tutto. Bravo Casey Affleck, che dà l’impressione di aver affogato ogni dolore nel suo sguardo acquoso. Però c’era già tutto (l’incapacità di elaborare un lutto, il surrogato di una figura paterna) nel primo film di Kenneth Lonergan, Conta su di me (2000), che pur non essendo certo un capolavoro era meno prolisso e più coinvolgente.
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