Regia di Kenneth Lonergan vedi scheda film
Manchester by the sea
Una storia tutto sommato non male, e peraltro visualizzata con un apprezzabile parallelismo temporale tra presente e passato che, in questa forma, non è dato di vedere con frequenza. Anche il personaggio protagonista è una figura interessante, un introverso “freezato” in se stesso un po’ per natura, un po’ per quello che la vita gli ha voluto riservare, uno che se ne sbatte di ogni convenzione senza strombazzarlo troppo in giro, freddamente, appunto.
Se non che, confesso di dover partire da un handicap del tutto personale, e cioè da un lato il totale disamore per tutta la schiatta degli Affleck (e per un personaggio così “delicato” la figura dell’attore che gli dà corpo è troppo importante), e dall’altro, al contrario, l’adorazione incondizionata per quella Michelle Williams che viene qui relegata in un angolino minimale da una sceneggiatura a questo punto crudele (nota a margine: è il suo il secondo nome tra i titoli di apertura... se non è business questo...).
Anche al netto però delle mie personali depravazioni, “Manchester by the Sea” è un film che non emoziona, che non cattura, che vuole restare pulito laddove ci si sarebbe dovuti sporcare (e molto) le mani (business anche questo?), che mette una cornice barocca attorno ad un dipinto moderno (o viceversa, è lo stesso), che non sa usare la musica (dalla quale, se ben scelta, si sarebbe potuto ottenere ben altro) e che si avvale di una fotografia banale e didascalica, che si tiene dalla parte del burro con inquadrature di scenari scontati buttati là di fretta e senza nessuno sviluppo, che circonda il fulcro della vicenda con troppo semplificati accenni alle storie collaterali (e parallele, data la struttura temporale già detta) che pure avrebbero meritato molta più cura (a partire, scusate il depravato rigurgito, dalla storia d’amore tra Lee Chandler e sua moglie, per continuare col rapporto tra i due fratelli Chandler).
Un film galleggiante (è il caso di dirlo) al di qua delle boe: spingersi oltre, forse, ne avrebbe fatto un film d’autore, mentre invece temo che resterà solo un ricordo da bruciare distrattamente nella ormai prossima notte degli Oscar (se non e business quella...).
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