Regia di Kenneth Lonergan vedi scheda film
Un film triste triste triste triste
Un film triste triste triste triste, come la vecchia canzone di Ivan Graziani dedicata a Firenze. Qui sfondo all'intera vicenda è un New England perennemente innevato, dalla Boston periferica su cui si apre la vicenda alla Cittadina che dà il titolo alla pellicola, Manchester by the sea, appunto, nel Massachusetts, non lontano da Rockport. E forse è proprio questo sfondo, più ancora dell'ottima interpretazione di Casey Affleck, a conferire al film il suo tono dolente. Scandito da un tempo che non è quello dell'orologio, ma quello delle emozioni e dei tragici ricordi del protagonista, il film procede in senso non lineare, narrando per due ore e un quarto una storia in cui non succede nulla, perché tutto - e quel tutto è davvero tanto, anzi troppo - è già successo fuori campo, prima del ritorno a casa del protagonista, che costituisce il cuore della vicenda. La tragedia ritorna nei suoi ricordi, e condiziona ogni suo gesto e le sue pochissime parole. Non un film gratifcatorio, niente si risolve in maniera consolante; non assistiamo, come potremmo - vorremmo - aspettarci, a soluzioni buoniste stereotipate: alla fine abbiamo perso 135 minuti per tornare al punto di partenza, o quasi. Ma proprio per questo il film vale la pena di essere visto: perché è come la vita, che alla fine non va da nessuna parte, gira su se stessa e quasi mai si risolve in maniera consolatoria. Da notare l'uso della musica, che spesso si sostituisce ai dialoghi (molte scene decisive sono costituite solo da immagini e musica, senza alcun dialogo) : di solito le scelte musicali sono azzeccate, dalla classica all'opera, dal country agli standard - peccato soltanto la scelta dell'Adagio di Albinoni sparato a tutto volume nella scena più tragica del film. Insoddisfacente, come purtroppo sempre più spesso,il doppiaggio. Da rivedere in originale.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta