Regia di Enrico Bisi vedi scheda film
Parafrasando David Foster Wallace: il rap italiano spiegato agli italiani. Non quello di oggi, ma quello delle radici, delle posse, quello dell’hip hop statunitense traslitterato nella cultura giovanile di Bologna, di Torino, di Roma e di Milano, il retroterra sociale, i flow che cercano di trovare una misura per le rime in italiano, per i temi dell’Italia, le basi che s’evolvono, le canne che s’accendono, i modelli da imitare, la geografia delle correnti, la fioritura dell’underground, il successo commerciale, gli scontri tra crew, il primo stanco sfiorire. Il film si ferma all’esordio di Sacre scuole, ovvero Jack La Furia, Gué Pequeno, Dargen D’Amico. Perché quella è storia d’oggi, uno scarto verso un rap differente, le tracce di una cultura mutata col tempo, che oggi rima soprattutto tra godimento apolitico, narcisismo aggressivo, un lessico contemporaneo che sa far parodia ma non denuncia sociale. Numero zero documenta la storia passata, il principio. I nomi in gioco? Kaos One, Neffa, Fritz da Cat, The NextOne, Militant A, Ice One, Big Fish, Tormento, Esa, Fabri Fibra, DeeMo, Colle der fomento, Dj Double S, Frankie HI-NRG, J-Ax, Albertino, Paola Zukar. Tutti intervistati vis à vis, a tracciare la genealogia di un fenomeno che ora, 30 anni dopo, ingolfa le nostre classifiche commerciali. Ensi è la voce narrante di un umilissimo doc ben costruito, che non pretende nulla a livello stilistico, se non ascoltare le voci dei protagonisti e far risuonare la loro storia.
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