All'inizio degli anni novanta il tenente Di Stefano, di stanza in Sicilia, compie le sue prime azioni contro la mafia. Il suo obiettivo principale rimane comunque l'inafferrabile capomafia Partanna; diventato capitano e assunto il nome in codice di Ultimo, Di Stefano viene però trasferito a Roma.
Tratto dal libro Ultimo - Il capitano che arrestò Totò Riina, di Maurizio Torrealta, questo film televisivo ripercorre le vicende di Roberto Di Stefano, carabiniere in Sicilia che, con indagini serrate, mirate e coraggiose, arrivò nel gennaio del 1993 a mettere le manette ai polsi del capomafia Riina. La sceneggiatura è del regista Stefano Reali, Salvatore Basile e Graziano Diana; al netto di momenti grossolani e di una narrazione estremamente lineare - espedienti evidentemente televisivi - la storia è comunque avvincente a sufficienza e verosimile. La confezione è anch'essa adatta al piccolo schermo, con tutti i limiti di sorta; nel cast qualche nome valido si alterna ad altri più discutibili, partendo dal protagonista Raoul Bova, interprete ancora non del tutto maturo; altri attori: Giorgio Tirabassi, Rocky Memphis, Nicola Grimaudo, Francesco Benigno, Beppe Fiorello, Pino Caruso, Victor Cavallo e Maurizio Mattioli. I nomi dei personaggi sono modificati rispetto a quelli della realtà (tanto che c'è un certo giudice Nibbio, dichiarato richiamo al 'falco' insito nel cognome di Falcone), mostrando una propensione alla fiction, al lavoro di fantasia sovrastante la volontà di fare pura e semplice cronaca o attenersi comunque a precisi fatti storici. Il successo del lavoro - suddiviso in due puntate da circa un'ora e mezza ciascuna - è stato tale che negli anni ne sono stati realizzati più sequel; Reali però abbandonerà il progetto fin da subito, lasciando spazio a Michele Soavi già l'anno successivo per Ultimo - La sfida. 3,5/10.
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