Regia di Shane Abbess vedi scheda film
Presente quando un film ha quasi tutto fuori posto, quel poco di buono che c'è è scopiazzato dai classici del genere, e nonostante tutto non si riesce a odiarlo? È il caso di Infini. La regia è cafona e disomogenea (shaky cam costante, primissimi piani in abbondanza montati costantemente in rapida sequenza, jump-cuts, finti lens flare come piovesse, recitazione grottescamente sopra le righe). La scrittura è ingenuotta - basti citare il soliloquio finale, talmente trito da esser replicato, identico, per ben due volte, nel tentativo di fargli acquistare significanza - e la trama piagata da plotholes e non sequitur (elementi narrativi, come il dirty-jump citato nel prologo, poi fatti cadere nel vuoto; una risoluzione della trama ad hoc un po' troppo slegata dal resto del dramma; scarso il lavoro di caratterizzazione di personaggi e relazioni, necessario a stabilire una struttura di empatie nella mente dello spettatore). Infine, il buono pesca in abbondanza dai classici del siege movie/men on a mission di genere sci-fi/horror, come Aliens, Fantasmi da Marte o Event Horizon. Nonostante tutto, però, il film lascia quel buon sapore di onesto B-Movie con un che di carpenteriano e qualche atmosfera azzeccata (ben utilizzate le scenografie, digitali e non) che, ai non più giovanissimi, ricorderà Doom il videogame (ai giovanissimi, forse, l'adattamento cinematografico), e che, nonostante le altre pecche, riesce a far stagliare positivamente Infini contro lo sfondo incolore di tanta altra fantascienza a basso budget.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta