Regia di Andrea Barzini vedi scheda film
Fine anni Ottanta. Un gruppo di giovani universitari mette su un complesso rock, destinato però all'insuccesso. Qualche anno dopo, a strade ormai da tempo divise, i componenti della band decidono di reincontrarsi. Tante cose sono cambiate, per qualcuno anche tragicamente.
Sogni e aspirazioni postadolescenziali nell'Italia degli (ultimi) anni Ottanta, uno dei contesti peggiori in cui crescere per un essere umano. E si nota bene già in questo film del 1992, che ritrae impietosamente una generazione allevata nel falso benessere dell'epoca, incapace di reagire alle asperità della vita e destinata pertanto al fallimento o a un malinconico avvenire qualunque, acriticamente anonimo. La sostanza che trapela da Volevamo essere gli U2 può essere colta solamente a qualche lustro di distanza, ma non è per questo meno verista e meno impressionante; il film in sè, comunque, è la solita blanda storia di un gruppo di amici con un grande progetto in mente, tutto da realizzare, e un molto più concreto avvenire grigio all'orizzonte. Le banalità, nei dialoghi come nello sviluppo delle vicende, non mancano. Andrea Barzini, anche autore della sceneggiatura insieme a Ludovica Marineo (da un testo teatrale di Umberto Marino), è qui alla terza regia cinematografica e dimostra discreta competenza dietro la macchina da presa; in seguito troverà la sua dimensione sul piccolo schermo, dirigendo una buona serie di episodi di Don Matteo e qualche altro prodottino analogo. 3,5/10.
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