Regia di Ernesto Pagano vedi scheda film
In assenza di politiche e riflessioni contemporanee degne di nota su quel magma insolvibile chiamato “questione islam”, alcuni pungenti tentativi di narrazione arrivano dal cinema e dalla letteratura. In modo diametralmente opposto, ma in qualche modo speculare a Sottomissione di Michel Houellebecq, Napolislam racconta un cambio di scenario: la conversione islamica di dieci napoletani, tra cui un rapper, una giovane innamorata e un padre di famiglia. Lo fa sposando i toni della commedia (mai della farsa) e del viaggio etnografico, con uno sguardo fresco e una buona sensibilità. La riflessione sul cambio di fede, però, eccede in buonismo: animata dal desiderio di infrangere gli stereotipi e combattere l’ignoranza sul fenomeno, manca di chiaroscuri e inciampa in alcune falle in cui annega da decenni un certo pensiero sul tema. La scelta musulmana diventa così un momento di libertà e ricchezza interiore, financo di femminismo; l’appoggio acritico alla Palestina è assiomatico e la disillusione sull’Italia contemporanea è la molla per ammirare lo spirito che alimenta la passione islamica, valida risposta alla perdita di speranza. Le cose migliori arrivano, invece, tutte dallo sguardo sulla città e dal lavoro sui suoni e le musiche. Islam o no, il film di Pagano racconta con talento luoghi e volti della Napoli di oggi. Restituendo l’esaltante polifonia culturale, musicale e figurativa di una città animata dai contrasti più stimolanti al mondo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta