Regia di Roberto Salinas vedi scheda film
Cosa faccia esattamente l’Onu non è semplice da dire: cooperazione tra i popoli per la pace del mondo, certo, ma come? Più che trattare la macchina burocratica di un’organizzazione enorme e fragilissima, con budget ridicolo e membri religiosi, Roberto Salinas focalizza l’attenzione sul mandato del nicaraguese Miguel d’Escoto Brockmann come presidente dell’Assemblea generale: un anno vissuto pericolosamente in cui ha picconato il palazzo di vetro con piglio risoluto e un impegno abbastanza terzomondista. Grande personaggione del complesso e per certi versi impenetrabile universo latinoamericano, d’Escoto è stato prete, scomunicato in quanto figura principe della teologia della liberazione, pasionario della rivoluzione sandinista, ministro degli esteri, diplomatico atipico. Pur con qualche concessione agiografica (i membri dei paesi latini e di quelli in via di sviluppo si sperticano in lodi pubbliche, prospettandogli “un posto nella Storia”) e un finale un po’ scivoloso con un Fidel ammaliato da Internet (la realpolitik della sinistra radicale), è un ritratto fiero e coinvolgente di un uomo che “confessa di aver vissuto” e allo stesso tempo un racconto kafkiano sulle contraddizioni e sulle lentezze di un mondo lontano ed ovattato: e in definitiva un racconto sul valore e sulla bellezza del fare la politica per il bene collettivo, pensare l’economia in quanto responsabilità, riscattare l’uomo. Stranissima produzione italiana con un respiro ovviamente internazionale, gran ritmo, istruttivo quanto appassionante, si conclude con d’Escoto che torna prete grazie a papa Francesco: e chiude un cerchio e ne apre un altro.
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