Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
Peter è sposato con Erika; la coppia ha un bambino e la smania di rendere felici moglie e figlio porta Peter a indebitarsi continuamente. Ma il suo principale cruccio è l'indifferenza da parte dei genitori, che porta l'uomo a un crescendo di follia.
Gelido, asettico, estremamente razionale è il protagonista di questa pellicola e altrettanto fredda e calcolata è la regia che Rainer Werner Fassbinder architetta per il film, un'opera che si pone esteticamente agli antipodi del melodramma pur avendo una trama in linea con il genere. Forse l'unico vero e proprio difetto di Voglio solo che voi mi amiate sta in una scrittura adeguatamente arida – dialoghi privi di vitalità, nessun abbandono al sentimentalismo, pochissimo approfondimento dei personaggi al di là del trauma centrale che stravolge la vita del protagonista – che si snoda appunto intorno a tale trauma per gran parte della storia finendo per girare spesso a vuoto, per risultare piuttosto ridondante (si capisce fin dalle prime sequenze che Peter ama non riamato i suoi genitori, per essere più chiari). Comunque una buonissima prova d'attore per Vitus Zeplichal, affiancato sul set tra gli altri da Elke Aberle, Alexander Allerson, Erni Mangold, Johanna Hofer ed Erika Runge, e nel complesso un lavoro che colpisce per la sua laconica e spoglia messa in scena del crescendo di follia che attanaglia il protagonista. Sceneggiatura del regista, tratta da un racconto all'interno di un libro di Klaus Antes e Christiane Ehrhardt. 6/10.
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