Regia di Marcus Vetter vedi scheda film
Cinema contro-informativo, che si offre come controcanto ai discorsi conformi dei media: The Forecaster ricostruisce col senno di poi - dopo l’arresto, la condanna, il rilascio - la storia di Martin A. Armstrong, esperto di informatica e finanza, in grado di sviluppare un modello capace di prevedere l’andamento dell’economia basandosi sul costante ritorno di cicli storici. «La matematica come linguaggio della natura», si diceva in Pi greco - Il teorema del delirio. Come se tutto fosse già scritto: il crollo della Russia nel 1998, come la crisi contemporanea, già in nuce nel Medioevo. Così, non riuscendo ad appropriarsi del sapere di Armstrong, la longa manus del potere lo aggredisce in una tela di ragno che unisce Putin alla CIA, e lo mette fuori gioco. Vetter e Steinberger raccolgono il racconto della sua parte: la sua voce in prima persona, dunque, quella dei collaboratori e di mammà, gli antagonisti che non rilasciano commenti e lo scialo di scenari complottistici probabili, fotografie di quando era bimbo e commenti da Studio?Aperto: «È una brava persona». È una costruzione d’ingenuità sorprendente, che ricorre a strategie di consenso naïf, incapaci di non dirsi faziose. Così, per lacune di contesto e esilità retorica, The Forecaster, da ipotetico Citizenfour su un uomo scambiato per The Wolf of Wall Street, finisce per essere un innocuo biopic agiografico, una bomba a salve, una denuncia che non sa mai dimostrarsi attendibile.
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