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Vogliamoci troppo bene

Regia di Francesco Salvi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Vogliamoci troppo bene

di mm40
4 stelle

Mettersi beatamente a giocare a calcio per strada, di notte, con le pinne nei piedi: ecco, questa è la comicità di Francesco Salvi. Delirante, inconsulto, senza freni, allucinato, travolgente, surreale, Salvi ci è e ci fa, scherza sempre e comunque, principalmente su sè stesso, riuscendo a rimanere al centro della scena ininterrottamente per novanta minuti, interpretando il buffone, la spalla e pure il pubblico (caso rarissimo per un comico italiano: viene da pensare ad una sorta di Nichetti demenziale - e a proposito di Nichetti: nel 1991 in Volere volare rifarà il verso alle animazioni di Chi ha incastrato Roger Rabbit?; qui, due anni prima, Salvi già adotta per una breve scena la medesima tecnica). Certo, il comico/cantante varesotto non ha grandi messaggi, ma trasmette quel poco che ha da dire con una carica, una verve straordinaria ed una mimica giocosa ed imprevedibile che ha poco da invidiare (attenzione al bestemmione!) ad un Jim Carrey. I limiti di un film come Vogliamoci troppo bene sono talmente evidenti che sottolinearli pare quasi sparare sulla croce rossa: un budget molto ristretto (che però permette di inscenare una serie di gag decisamente efficaci, proprio per la loro natura 'povera', domestica), una storia non particolarmente originale ed un cast inconsistente. Predolin non è nemmeno un attore, ma un presentatore tv (e farà danni anche in Assolto per aver commesso il fatto, di e con Alberto Sordi, del 1992), Braschi è stato compagno di Salvi nel Drive in (ma i veri nomi di punta della trasmissione erano altri), la Higgins è bella ma un po' scialba (e di notevole in effetti non farà molto altro, per quanto possa comunque essere notevole la partecipazione al videoclip di Servi della gleba di Elio e le storie tese), Barbara D'Urso... vabè, lasciamo perdere. Al di là di questa povertà di mezzi, Vogliamoci troppo bene rimane un film squinternato, caotico, demenziale, ma soprattutto stracolmo di idee: e quelle, onore al merito dello sceneggiatore/regista/protagonista/autore delle musiche, non dipendono da alcun budget a disposizione, bisogna semplicemente avercele. 5/10.

Sulla trama

Torrida estate milanese; Matteo accompagna moglie e figlio in stazione, rimarrà da solo per alcuni giorni. Tornato a casa, si imbatte in una bella ragazza americana che sostiene di essere la sua fidanzata. Ma lui non si ricorda di lei. La frequentazione fra i due però funziona a meraviglia; ma proprio sul più bello, Matteo si risveglia...

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