Regia di Xavier Dolan vedi scheda film
Esagerato. Il titolo. Il film. Dolan.
L'enfasi incontrollata, irrefrenabile, indigeribile è la la cifra stilistica - l'unica - di un prodotto furbissimo che, costantemente e reiteratamente, sbatte in faccia allo spettatore il libretto d'uso della tronfia carica emotiva.
Un concentrato informe di umori, rumori, isterismi, muccinismi, urla, lucciconi, di rappreso catrame narrativo riversato con l'impazienza e l'inanità del dilettante scambiato per genio, di retorica del genere (genere dramma da camera ... iperbarica) gonfiata e imbellettata ma tutt'al più spendibile come una app già desueta, di tediose scene madri figlie di un ego la cui eco ottenebra ogni suono e intensità intorno.
Un film vuoto. Di vuoti riempiti, malamente, da note invadenti - si va dal pop più commerciale alla classica al più appropriato trash (Haiducii ...) - che sottolineano, consumano, impongono ritmi e caratteri e pathos (fasullo, molesto, nevrastenico); vuoti riempiti da effetti di ripresa che cannibalizzano credibilità e autenticità degli affetti; vuoti svuotati di ogni fine che non sia l'occupazione sistematica, infestante dello schermo.
Xavier Dolan pensa bene di racchiudere il racconto in un complesso assediante e assillante, ebbro (di sé) di movimenti di macchina chiassosi, tra ghirigori tecnici nella sostanza inutili (e nella forma urticanti), inquadrature che indugiano sempre troppo, scene melodrammatiche dilungate e annacquate, e primi-primissimi piani che, anziché, costituire un dialogo coinvolgente con lo spettatore, un catalizzatore di contenuti anche convenzionali, svelano il malcelato imbarazzo degli interpreti, l'artificio portato all'acme della sopportabilità, l'incancrenimento di uno sguardo idrofobo che si fa sciocco atto persecutorio.
Una visione banalmente ammorbante.
E per cosa? Per uno script come tanti, dall'assunto risaputissimo e atresì scontato e insignificante, generico nello sviluppo, nella costruzione dei personaggi, nel gioco al massacro.
Uno spreco d'attori inqualificabile.
Uno spreco di elogi incommentabile.
No, non è la fine del mondo né del cinema. Solo (di) un altro dimenticabilissimo film.
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