Regia di Kevin Reynolds vedi scheda film
Un punto di vista diverso sulla resurrezione di Cristo, un giallo che diventa una ricerca profonda della verità che riguarda tutti gli uomini, di ieri e di oggi. Un film sincero che merita di essere visto.
Fin dalla prima volta che ho visto questo film, mi sono trovata completamente coinvolta dalla storia, dai dubbi più che legittimi del protagonista non credente, che si trova a dover fare i conti con una realtà troppo grande, che razionalmente non ha spiegazione e ribalta tutto ciò in cui si è creduto fino a quel momento.
Impostato come un giallo - la storia parla della ricerca del corpo di Cristo, scomparso dalla tomba dopo la crocifissione - alla fine il film rivela essere qualcosa di più profondo, una metafora più ampia sulla ricerca della verità.
Non condivido le eccessive stroncature lette in rete; se il problema alla base, fosse solo una mera questione religiosa, allora non ha ragione di esistere e sarebbe una motivazione stupida, se non ottusa.
Tralasciando le polemiche, che non servono a nulla, soprattutto in un caso simile, un vero credente non può sentirsi offeso, o minacciato da un punto di vista, da una visione della storia vissuta da una prospettiva differente, legittima e direi pure necessaria.
La regia di Kevin Reynolds è buona e funziona, la fotografia è bella, la ricostruzione degli ambienti e dei paesaggi è suggestiva e ci restituisce il tempo della narrazione e della storia, la sua crudezza, e la bellezza, il mito e il mistero di ciò che l'essere umano non può spiegare, ma si trova costretto ad accettare. Chi ha detto che dovrebbe essere una cosa semplice?
La recitazione degli interpreti mi è piaciuta molto, in particolare Joseph Fiennes, qui alla sua prova migliore, nei panni del severo tribuno romano Clavio mi ha molto convinta; il suo rigore, lo scetticismo iniziale, il suo non credere ad una storia che sembra fatta apposta per suggestionare le menti più semplici alla speranza, la sua ricerca/indagine sulla scomparsa del corpo di Cristo, si sospetta trafugato dai suoi seguaci, per alimentare la profezia della venuta del Messia e magari scatenare una rivolta, è una visione moderna, una spiegazione razionale molto vicina a noi, uomini moderni e atei, una ricerca della verità che ci riguarda da vicino.
Le testimonianze, le guardie fuori dal sepolcro che non sanno dire cosa hanno visto, alimentano il mistero fatto di elementi che non hanno spiegazioni su quello che è accaduto. Non sempre basta avere fede, non si tratta semplicemente di credere o non credere; l'uomo che non ha una fede cieca ha bisogno di prove, e le cerca, come il nostro scettico protagonista.
La tensione, il dubbio cresce tra l'odore nauseabondo dei cadaveri che ci dicono che la morte esiste davvero, e i testimoni che hanno visto il Risorto, mentre il protagonista si troverà faccia a faccia con la verità della resurrezione e ne sarà sconvolto, come umano e naturale che sia.
Questa incertezza, questo sgomento, misto a meraviglia e timore si percepisce nella recitazione di Fiennes; l'incomprensione di un uomo che vede sbriciolarsi ogni certezza su se stesso e sul mondo.
Questa parte finale mi ha commossa e mi ci sono umanamente ritrovata.
Un film sincero, emozionante che merita di essere visto.
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