Regia di Kevin Reynolds vedi scheda film
Questo non è un film, ma propaganda clericale allo stato puro. Difficile trovare un motivo per vederlo: se ci si crede... appunto, già ci si crede. Qui, poi, siamo al paradosso... "non si può essere più realisti del re", si dice. Ebbene, qui sì è più "credenti" della stessa Chiesa, che - almeno in parte - ormai dice di considerare la resurrezione una metafora (Gesù che "si presenta" nella loro vita, dopo essere stato croficisso, cioè che diventa la loro guida e ispirazione). Viceversa, se non ci si crede, non ha neppure senso assistere a questo tentativo di propaganda che per modalità e contenuti è veramente deprecabile, poichè è evidente il tentativo - anche con il ricorso alla logica complottista tanto di moda - di persuadere lo spettatore della veridicità dei fatti narrati. Fatti che, come dicevamo, oltre a non avere alcuna storicità, perfino nei racconti ufficiali (leggasi vangeli) non sono descritti con chiarezza, tanto da essere intesi quale metafora ai nostri tempi (tempi in cui certe favole hanno meno presa che nel medioevo).
Infine il film, in sè e per sè. Un po' come la statua di Rocky, declassata a "oggetto scenografico" anzichè "opera d'arte", questo dovrebbe essere considerato per ciò che è: strumento di propaganda, anzichè opera cinematografica, e come tale valutato. Comunque, fingendo che possa avere una sua dignità cinematografica, si può solo dire che il protagonista mostra di essere nella parte e di avere spessore attoriale. Non così altri personaggi, come il suo aiutante, peraltro inverosimile come romano dell'epoca, vista la chiara origine nordica (ma a quel tempo le tribù del nord non erano certo presenti nei ranghi dell'esercito romano), e come Ponzio Pilato, la cui psicologia pare tagliata con l'accetta. Sicuramente merita la fotografia. Manca in generale una trama, uno sviluppo... è tutto finalizzato a condurre lo spettatore alla conclusione - falsa - che ciò che ha visto sia ciò che è accaduto o ciò che la storia tramanda. Da rifiutare per motivi intellettuali, prima di tutto.
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